Il programma, in bianco e nero, con la regia di Antonello Falqui e le coreografie di Gino Landi (i primi ballerini erano Paolo Gozlino ed Elena Sedlak), costituì una sorta di “Spin Off” del varietà del sabato sera, Studio Uno, e come quello fu programmato nella serata del sabato che, ancora oggi, come negli anni ’60, era tradizionalmente riservata all’intrattenimento leggero.
Protagonisti della trasmissione,una novità per quei tempi – a metà strada tra il varietà, l’operetta e le moderne fiction di oggi – erano i componenti del Quartetto Cetra, che venivano affiancati, volta per volta, da grossi attori di cinema e di teatro, del calibro di Alberto Lupo, Paolo Panelli, Cesare Polacco – il noto Ispettore dei Caroselli Linetti – Sandra Mondaini, Vittorio Congia, Nilla Pizzi, Gino Cervi, Alberto Bonucci, tutti impegnati nella parodia di note opere della letteratura, molte delle quali oggetto nel futuro di riduzioni in sceneggiato televisivo. Fra gli interpreti fissi l’attrice Grazia Maria Spina nel ruolo della dicitrice che apriva e chiudeva ogni trasmissione.
Autori dei testi erano gli stessi di Studio Uno, ossia Antonello Falqui, anche regista, Guido Sacerdote, Dino Verde – famoso per i “centoni”, cioè parodie di canzoni con altre parole, senza stravolgerne la metrica – affiancati dallo stesso Quartetto Cetra, mentre la direzione musicale era affidata a Bruno Canfora.
Era prevista una nona puntata con la parodia dei Promessi Sposi, ma non venne realizzata per il veto della Rai che non voleva danneggiare il vero sceneggiato che il regista Sandro Bolchi stava realizzando in quel periodo e che sarebbe andato in onda nel gennaio 1967 con Paola Pitagora e Nino Castelnuovo nel ruolo dei protagonisti, Lucia e Renzo. Nel 1985, il Quartetto Cetra si prese la rivincita, portando a termine in una puntata de Al Paradise, sempre con la regia di Antonello Falqui, la parodia dei Promessi Sposi.
Biblioteca di Studio Uno fu il primo esperimento di “rivista in versione kolossal” della televisione italiana. Colossale, infatti, fu l’impiego di attori e strutture scenografiche nello Studio 1 del Centro di Produzione di Via Teulada: 160 fra attori e cantanti, oltre a 1500 comparse e 400 canzoni appositamente riadattate nel testo in funzione degli sketch che erano l’ossatura del programma. Gli adattamenti, i classici “centoni” creati da Dino Verde, erano caratterizzati dalla perfetta metrica dalle soluzioni più fantasiose. Il programma resta uno dei momenti più alti della storia della televisione, un esempio di intelligenza e humour che nessuno è più riuscito ad eguagliare.
Riportiamo qui di seguito i titoli delle 8 parodie-opere trasmesse in tv; erano nell’ordine: Il conte di Montecristo, Il fornaretto di Venezia, I tre moschettieri, Il Dottor Jekyll e Mr Hyde, La storia di Rossella O’ Hara, La primula rossa, Al Grand Hotel, Odissea.