Già durante la messa in onda su Twitter sono fioccati i primi commenti di molti utenti che prendevano le distanze da quanto visto:
@OversignArt scrive: “programma per cui la Napoli non GREZZA e ROZZA si vergognerà per giorni, anni e secoli”.
Dello stesso avviso @TheFollowerTv che lapidario commenta: “il racconto degli stereotipi napoletani alla luce dello sfarzo sguaiato dei matrimoni della provincia”.
@RoRoRic ci tiene invece a trasmettere un messaggio di precisazione: “+++Attenzione+++ I matrimoni a Napoli non sono tutti così. Ripeto, non sono tutti così.“
Ma ci sono anche i commenti di chi, invece, pensa che le polemiche siano esagerate:
@domeniconaso : Mamma mia che noia, le polemiche su #ilbossdellecerimonie! Il fatto è che non ci vogliamo stare.
@GigiGx: Bisogna prendere la cosa in maniera più sportiva. Gli stereotipi regionali ci sono, e sempre ci saranno. Pace.
@MarcelloForcina: È chiarissimo a tutti che Napoli è anche molto, molto altro! Massimo rispetto, ma un po’ di autoironia sarebbe gradita!
Anche su Facebook impazza la contestazione che si è trasferita al livello delle istituzioni cittadine. Infatti il vicepresidente della Municipalità 2 di Napoli, Federico Arienzo, ha dichiarato:
“Da Vicepresidente della Municipalità 2 del comune di Napoli, mi vergogno per quello che state trasmettendo sui matrimoni qui in Campania. Mi dissocio da quanto viene raccontato come fenomeno comune, trattandosi di squallide rappresentazioni che indignano la stragrande maggioranza di un popolo che non merita di essere così raccontato. Lanceremo una campagna per boicottare questo schifo che state trasmettendo”.
Ha creato così un apposito gruppo Facebook , che in poche ore ha raggiunto quasi i 1800 iscritti, “Chiediamo la chiusura del programma il Boss delle cerimonie”. Nel gruppo, tra i vari commenti indignati, Arienzo sottolinea l’inopportunità di un programma che porti nel nome la parola Boss che in territori di camorra ha un significato diverso dal Boss di matrice anglosassone cui fa richiamo il programma. Inoltre Arienzoi fa notare che cultura e tradizione napoletana andrebbero meglio veicolate con musica e cultura, ad esempio attraverso personaggi di spicco come Eduardo De Filippo, Massimo Troisi a Pino Daniele.
Mentre fuori la discussione si infiamma, Real Time si gode il successo del programma che ha esordito al 4% di share e ha avuto un vero e proprio boom di tweet tanto da resistere ancora nelle tendenze di Twitter.
Ma c’è di più, inglesi e americani hanno a tal punto gradito la tradizione dei matrimoni napoletani da voler comprare il format per mandarlo in onda sottotitolato. Se così dovesse essere c’è da credere che le polemiche non siano proprio destinate a spegnersi.