Il talent show era trasmesso da Rai Due e il ragazzo era nella squadra di Mara Maionchi, che aveva visto in lui la vitalità di Gianni Morandi e ne aveva pronosticato un futuro nel musical.
Conclusasi l’esperienza alla decima puntata, Ruggero Pasquarelli ha poi condotto Social King, trasmesso da Rai Due e Rai Gulp, e Cartoon Magic, sempre in onda sulla seconda rete Rai.
Lo abbiamo incontrato alla conferenza stampa tenutasi a Roma da tutti gli interpreti del musical ispirato a Violetta
Che esperienza è stata la partecipazione ad un musical destinato ad un pubblico internazionale?
Per me si è trattato di una grande emozione, soprattutto cantare sui palcoscenici dove si sono esibiti i più grandi cantanti, mi ha dato una grande carica
Mi considero un ragazzo semplice; del resto vengo anche da una città molto piccola in provincia di Pescara.
Com’è approdato alla serie di Violetta e poi al musical?
Mi ha chiamato Cristina della produzione della Disney. In realtà sapevo già dei provini, ma mi aspettavo prendessero grandi talenti, non uno agli inizi come me…
Quante scene hai girato nella prima serie di Violetta?
Nella prima serie poche, 14 puntate in tutto. Poi però si sono accorti che il mio personaggio era molto gradito ai fan, così mi hanno dato più spazio
Quante lingue parla?
Oltre al friulano, solo lo spagnolo. Certo, ho studiato inglese al liceo, ma lo parlo a livello scolastico
Cosa le piacerebbe fare in futuro?
Mi piace molto la regia. Se non dovessi riuscire a fare carriera come cantante, mi dedicherei a quest’attività, andrei dietro la macchina da presa
C’è qualche personaggio del mondo dello spettacolo a cui si ispira in particolare?
Sinceramente, non ho neanche avuto il tempo di pensarci, visto che mi sono trovato subito proiettato nel mondo di Violetta
Qual è la sua canzone preferita?
Entre tu y yo
Ci racconti l’esperienza più divertente fatta lavorando alla serie.
Non ce n’è una in particolare, ma il mio personaggio mi piace molto, così ogni tanto cerco di dargli qualcosa di personale
Se Violetta dovesse finire, cosa rimarrà di questa esperienza?
Innanzitutto ho conosciuto molte persone che sono diventate quasi di famiglia, inoltre ho vissuto due anni “da grande”, lontano da casa. Senza dubbio però, l’esperienza più “tosta” è stata recitare in un’altra lingua. Pensi che quando ho girato le prime scene, stavo studiando lo spagnolo da appena un paio di settimane.