“In viaggio verso i lager” con Carlo Greppi – in onda lunedì 27 gennaio
Un viaggio all’inferno verso i campi di concentramento nazisti nel giorno della memoria. Luoghi di prigionia, di lavoro forzato e di sterminio che hanno inghiottito milioni di persone, ebrei ma non solo, durante gli anni della Seconda guerra mondiale. Da tutta Europa i deportati arrivavano nei lager ammassati su vagoni di treni merci. E l’inferno comincia già dal viaggio che durava giorni e giorni e rappresentava esso stesso un’anticipazione di ciò che uomini, donne e bambini avrebbero trovato al loro arrivo. Poi, negli ultimi mesi di guerra, le truppe alleate e quelle sovietiche stringono in una morsa il Terzo Reich, da est e da ovest, entrano nei campi e filmano quello che vedono, mostrando al mondo intero l’orrore che si nasconde dietro quelle recinzioni. “ Il viaggio verso i lager – dice lo storico Carlo Greppi – era di fatto un prologo a ciò che sarebbe successo una volta raggiunto il campo di concentramento. Il progetto era quello di iniziare da subito ad annientare la personalità dei deportati, cosa che, oltre alla sofferenza e alla morte, era la cifra identificativa dei lager”. Treni che hanno attraversato l’Italia e l’Europa intera e che – aggiunge Greppi – animavano reazioni contrastanti tra le popolazioni locali: i gesti di umanità di alcuni, la paura e l’indifferenza di molti, l’odio e il disprezzo di altri. L’universo dei campi di concentramento occupava l’intera Europa centrale e consisteva in migliaia di lager. Ce n’erano di più grandi e di più piccoli; c’erano quelli specializzati nello sterminio, in cui si andavo solo a morire. Ma la maggior parte erano campi di lavoro in cui le condizioni inumane di vita portavano alla morte decine di migliaia di lavoratori-schiavi.
“Spartaco” con Luciano Curreri – in onda martedì 28 gennaio
Spartaco, il gladiatore, uno dei protagonisti più famosi della storia antica che è riuscito a influenzare anche il pensiero politico moderno. Per Karl Marx è un eroe, un “vero rappresentante del proletariato antico”. In onore di Spartaco, la rivoluzionaria socialista Rosa Luxemburg dà al suo movimento il nome di Lega Spartachista. E poi c’è Hollywood, con il kolossal Spartacus, di Stanley Kubrick interpretato da Kirk Douglas e molti altri riferimenti al suo nome e alle sue gesta. Tutto questo per un uomo che era solo un gladiatore, uno schiavo. “In realtà – commenta lo storico Luciano Curreri – è molto probabile che Spartaco provenisse da una classe sociale elevata, forse era sposato a una sacerdotessa, parlava le lingue e in generale possiamo dire quasi con certezza che era un uomo colto e preparato militarmente”. La storia comincia nel 73 avanti Cristo a Capua, quando Spartaco guida con successo una ribellione di gladiatori. Presto attorno a lui si forma un esercito di schiavi in fuga che riesce a sconfiggere e a contrastare le legioni che Roma manda a reprimere la rivolta. Il sogno di una vita libera dura due anni: nel 71 a.c., gli schiavi di Spartaco vengono sconfitti e sterminati.
“Pacem in Terris” con Alberto Melloni – in onda mercoledì 29 gennaio
E uno dei documenti più importanti della cultura occidentale del Novecento: l’enciclica Pacem in Terris di Papa Giovanni XXIII. La storia inizia a Cuba nel 1962 all’apice della guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica e termina l’11 aprile del 1963 con la pubblicazione dell’enciclica. Nell’ ottobre del 1962, al largo di Cuba si fronteggiano le due superpotenze. Per tredici lunghissimi giorni il mondo è sul baratro della terza guerra mondiale. Sgomento è anche Papa Giovanni XXIII, che invia un appello di pace ai due capi di Stato Kennedy e Krushev. Di lì a poco, la crisi si chiuderà positivamente. Quanto è stato importante l’intervento di Papa Giovanni XXIII e quanto l’enciclica Pacem in Terris è figlia di quei giorni? Lo storico Alberto Melloni ripercorre fatti e retroscena che caratterizzarono quell’autunno del ‘62 e i passaggi che portarono alla stesura dell’ultima enciclica pubblica da Papa Roncalli pochi mesi prima di morire, destinata per la prima volta non solo ai credenti ma a “ tutti gli uomini di buona volontà”.
“La crisi del ‘29” con Lucio Villari – in onda giovedì 30 gennaio
L’America degli anni ’20 è in grande espansione: le industrie lavorano a regime di piena occupazione, c’è aria di fiducia e ottimismo verso il futuro, gli indicatori economici segnano tutti trend positivi. Nessuno capisce invece la grande depressione verso la quale il paese sta precipitando. L’ingranaggio della crescita si inceppa a causa della speculazione finanziaria che si materializzò in tutto il suo dramma nell’ottobre del 1929 con il crollo di Wall Street. “L’economia è il nostro destino si diceva in America prima del crack del ‘29 – commenta il professore Lucio Villari – ; quella crisi ha dimostrato che l’economia non era un destino ma un mondo privo di regole, di leggi e anche di dignità”. Nella puntata de Il Tempo e la Storia le vicende di un America che dalla ricchezza e l’euforia si è ritrovata improvvisamente povera e depressa; le ragioni, le storie, le conseguenze in tutto il mondo e il riscatto, gli anni del New Deal del Presidente americano Franklin Roosevelt che consentirono al paese di rialzarsi: “Roosevelt – aggiunge Lucio Villari – capì che le crisi non sono parentesi all’interno del libero mercato, ma erano necessarie regole definite; i suoi saranno anni di profonde riforme che riportarono l’America in sella”.
Gli argomenti della settimana scorsa sono qui.