Il programma, che ebbe un successo inaspettato, era basato principalmente sui numeri comici della coppia Vianello – Mondaini, spalleggiata dall’attore comico Enzo Liberti che interpretava la parte del capoclaque sempre in disaccordo con il “sor Vianello”, così come lo chiamava lui. Erano scenette intelligenti e molto divertenti. Per quei tempi, ormai, non era facile proporre uno spettacolo di varietà con nuovi ingredienti, rispetto a quelli utilizzati nei primi vent’anni della tv. Così per questo varietà si pensò di far conoscere anche il dietro le quinte, tutto ciò che avviene durante la registrazione di una trasmissione. Per la prima volta c’era la voce fuori campo del regista Romolo Siena che dialogava con i conduttori mettendo a nudo la struttura del varietà. Le scuse del titolo venivano rivolte ai telespettatori proprio per i “finti” imprevisti dove rimanevano coinvolti i protagonisti. Lo spettacolo era completato da un ospite canoro: dalle canzoni dei Ricchi e Poveri, presenza fissa della trasmissione, che ogni tanto partecipavano agli sketch della coppia, ai balletti della Mondaini.
Gli altri attori che facevano parte del cast erano, innanzitutto, un simpaticissimo Massimo Giuliani, che impersonava la parte del barista di Via Teulada, sempre pronto a dare consigli che rimanevano naturalmente inascoltati dallo scontroso Vianello; l’assistente di studio Attilio Corsini, attore di prosa; Tonino Micheluzzi nel ruolo dell’ex comprimario di grandi attori, che aveva conosciuto personalmente il grande Ermete Zacconi e che in questo varietà era ridotto a fare il suggeritore ed il portaborse a Vianello (lui lo vessava in continuazione congedandolo con il suo classico “smamma Ferruccio”, che rispondeva compito ed ossequioso: “comandi, sior Vianello”).
La sigla d’apertura, che vedeva protagonista la coppia che interagiva con le animazioni, si chiamava Tiritera ed era cantata da Sandra Mondaini. La sigla finale divenne un cult della televisione italiana: come uccidere un gruppo musicale, definito petulante e fastidioso dal “cattivissimo” Vianello, in maniera differente ogni puntata. Sulle note di Non pensarci più, i Ricchi e Poveri si prestavano spiritosamente al gioco facendosi spianare da schiacciasassi o da enormi massi che li trasformavano in sfoglie di pasta all’uovo. Il tutto con la complicità della Mondaini che nel finale della sigla e ad omicidio avvenuto, se ne andava saltellando per i campi come novella Genzianella con il marito mentre gli uccellini cinguettavano allegramente costruendo un’atmosfera di pace e di appagamento.
Visto il successo ottenuto, lo spettacolo venne riproposto in una seconda edizione dal titolo Di nuovo tante scuse, in cui venne riconfermato l’intero cast.
Di nuovo tante scuse è andato in onda sul Programma Nazionale in otto puntate dal 13 dicembre 1975 al 31 gennaio 1976. Era sempre presentato da Sandra Mondaini e Raimondo Vianello e la regia era di Romolo Siena. Il programma ricalcava lo spettacolo dell’anno prima, Tante scuse, ed era basato sui duetti comici di Vianello e della Mondaini, affiancati da Enzo Liberti.
La sigla d’apertura aveva per protagonista la coppia che interagiva con le animazioni. La sigla finale divenne un cult della televisione italiana: i coniugi Vianello si notavano da lontano e, per raggiungersi, si correvano incontro sulle note del brano Coriandoli su di noi, dei Ricchi e Poveri. Il tutto veniva ripreso al rallenty e ogni volta qualcosa impediva loro di abbracciarsi,o meglio, Raimondo, in ogni puntata, inventava stratagemmi sempre più drastici per evitare l’incontro con la moglie. Sarà lei, però, che nell’ultima puntata riuscirà a raggiungerlo con un bambino in braccio che schiaffeggerà un Vianello incredulo nell’essere vittima,per una volta, di un’inaspettata trovata della Mondaini.