A patire sono soprattutto il residente, il turista, qualsiasi persona comune, per capirci quelli che non hanno tesserini o pass da sventolare, che non ha gli amici “giusti” in grado di imbucarlo alle feste dei vip. Il Palafiori, quest’anno come gli anni passati, doveva essere il grande punto di raccolta per chi vuole vivere la manifestazione canora anche fuori dal teatro. Ma le iniziative nel centro espositivo di corso Garibaldi non sembrano in grado di assolvere il compito. La visita, tirate le somme, non può durare più di qualche minuto. Incontrare da vicino i protagonisti del Festival, naturalmente, è pura fantasia.
La struttura è in larga misura dedicata agli sponsor e in particolare ai cosmetici. Gli stand dei marchi campeggiano già all’entrata, appena imboccata la grande scala mobile. Al piano superiore ancora punti-prova per rifarsi l’estetica, dalle unghie ai capelli. C’è anche la possibilità di provare lo yogurt probiotico: giovani e meno giovani si sbizzarriscono, anche perché un bar aperto al pubblico è completamente assente, forse per non innervosire gli esercenti locali, che temono sempre la concorrenza. Il giro continua. La porta di Casa Sanremo è sbarrata dalla security. L’accesso è consentito solo agli addetti ai lavori. L’ambiente è bello, ma il grande pubblico non può goderselo. Allo stesso piano c’è anche l’area, con tanto di mostra sul Festival, riservata alla Rai e ai suoi ospiti. Un altro luogo esclusivo. Il visitatore fa veramente fatica a trovare un’occasione qualunque di interesse. Proseguendo la ricognizione spuntano le postazioni di Radio Base e il set per le riprese allestito da Canale Italia. Ma ancora una volta non si tratta di iniziative che possono coinvolgere grande pubblico. In una grande sala si svolgono delle esibizioni canore di assoluti esordienti. I parenti dei concorrenti sembrano interessati. Tutti gli altri aprono appena la porta, infilano dentro la testa poi scappano.
Ancora una rampa di scale mobili e si approda all’ultimo piano. La situazione non migliora. C’è almeno l’opportunità di dare un assaggio alle specialità calabresi in trasferta matuziana. Il palato ringrazia ed i villeggianti festivalieri si lasciano tentare. Poco più in là compare anche lo stand delle specialità pugliesi. Un pugno di minuti si possono impegnare. Poi drammaticamente non ci sono altri motivi per rimanere al Palafiori. Un’area per le riprese televisive non riesce a suscitare interesse nei passanti. Non va meglio andando avanti: c’è uno spazio dedicato alla cucina, con degli chef impegnati “in diretta”, ma fuori degli appuntamenti prefissati non si può far altro che guardare i fornelli vuoti. La postazione di Radio Azzurra trasmette i suoi collegamenti dalla città dei fiori, ma il pubblico può solo passare, dare una sbirciatina e tirare dritto. C’è poi la sala stampa per gli inviati di radio e televisioni, naturalmente con accesso consentito solo ai collaboratori delle testate. Anche nell’area ristorante è ammesso solo chi fa parte dell’entourage. Restano alcuni stand e punti fermi promozionali, uno dedicato ai libri,uno al Festival del mare di Gaeta, un altro all’organizzazione di eventi. Insomma, per chi non è “nel giro”, ma si presenta solo come un visitatore alla ricerca di un po’ di atmosfera da Festival, non c’è proprio “trippa per gatti”.