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Il nostro ricordo di Gigi Proietti. E’ trascorso un mese esatto dalla morte di Gigi Proietti, ultimo mattatore teatrale che ci ha lasciato lo scorso 2 novembre a Roma, nello stesso giorno in cui era nato 80 anni fa. E’ stato l’ultimo dei suoi colpi da Gran Maestro del Teatro, da vero istrione. Solo chi ha amato la sua ironia, come me, di fronte a questo colpo di teatro, è riuscito tra le lacrime anche a sorridere. Con Gigi, attore unico, eclettico, capace di far ridere tre generazioni di italiani, è andato via il grande talento di un artista legato a doppio filo con la sua Roma.
Gigi Proietti nel ricordo di Giancarlo Leone lo scippo del Teatro Brancaccio
A distanza di un mese, anch’io da giornalista e critico teatrale vorrei ricordarlo, perché più volte ho avuto modo di intervistarlo.
La prima volta che vidi Gigi Proietti fu in tv in Canzonissima 1970, edizione quell’anno condotta da Corrado e Raffaella Carrà. Quell’anno venne improvvisamente chiamato a sostituire Domenico Modugno nella commedia musicale di Garinei & Giovannini al Sistina, Alleluja brava gente. Fu la sua fortuna. Una folgorazione: allora era un attore semisconosciuto, ma già bravissimo. La folgorazione è poi continuata a teatro. Nel 1977 lo vidi con A me gli occhi, please. Rimasi affascinato da quello spettacolo speciale, ormai un cult, bizzarro, dove solo lui sul palcoscenico riusciva a galvanizzare la platea con grande facilità.
Gigi Proietti, un personaggio “trasversale” amatissimo da giovani e anziani, intellettuali e non, che si riconoscevano nella sua ironia, ridevano delle sue battute. Ha puntato su Roma, che l’ha ripagato affidandogli la Direzione del Teatro Brancaccio, gli ha regalato il Globe Theatre. Però meritava di diventare il Direttore del Teatro Argentina, Teatro di Roma, la massima istituzione nel suo campo.
Sono rimasto malissimo quando gli fu scippato il Teatro Brancaccio, una vera cattiveria, da chi lo sappiamo bene. Un giornalista noto, grande personaggio televisivo. Per anni era stato lo “Stato Maggiore” del suo Laboratorio Teatrale di Esercitazioni Sceniche per giovani attori, una grande scuola da cui sono usciti grandi attori di talento, oggi grossi nomi del mondo dello spettacolo. Alcuni nomi? Enrico Brignano, Flavio Insinna, Gabriele Cirilli, Gianluca Guidi, Rodolfo Laganà, questi i più noti, più volte intervistati nella mia carriera di giornalista. Quando in un’intervista a Proietti gli chiesi cosa pensasse dei suoi allievi portati al successo, lui mi rispose: “Ai giovani attori ho insegnato loro tutti i miei difetti. Ne sono nati tanti, ma non c’è un mio erede, ed è giusto che non ci sia”.
L’ultima intervista
L’ultima mia intervista al Gran Mattatore lo scorso luglio al Teatro Argentina, in occasione della conferenza stampa per la presentazione del cartellone del Globe Theatre. Tra le varie riflessioni, un po’ polemico mi disse: “Il teatro andrebbe detassato, non è un business. Ma i politici che non frequentano le sale, non sono sensibili al problema. Quando si parla di cultura teatrale, questa sembra quasi non interessare. Sono 50 anni che faccio questo mestiere, eppure di politici a teatro ne ho visti pochissimi”.
Addio caro Gigi. In tutti questi anni mi hai fatto ridere, divertire. Ora ho gli occhi pieni di lacrime. Addio, ciao Gigi, ultimo mattatore teatrale. Negli anni ci mancherai. A me già da adesso.
Gigi Proietti il ricordo dell’attore Pietro Romano
Pietro Romano è un attore che ha conosciuto il Maestro molto da vicino. Ecco il suo ricordo.
7 marzo 2019 – Questa è l’ultima occasione che mi ha donato il destino di incontrarLa, Maestro.
Siamo nei camerini del Teatro Eliseo al termine di una delle ultime repliche de la “Commedia di Gaetanaccio” che Lei stesso portò in scena nel 1978.
Io, quella sera, avevo una sorpresa da farLe, un quid che ho custodito gelosamente e segretamente per quasi vent’anni.
Faccio un passo indietro…
Era il 1997 ed io ero entrato nella Compagnia Stabile del Teatro Dialettale Romano “Checco Durante”. Lì conobbi una giovane attrice con la quale condividevo le mie passioni nei suoi confronti. Le raccontavo: “Ho bucato la videocassetta di ‘A me gli occhi, please’ a forza di guardarla. ‘I 7 re di Roma’ è l’università della recitazione.
Insomma, ‘sta pora ragazza’ l’avevo ‘mbriacata’ a tal punto che un giorno mi prese in disparte e mi raccontò che la nonna era stata la sarta personale di Gigi per molti anni. Mi promise che mi avrebbe fatto un regalo, vista la mia passione per il Maestro.
Infatti, qualche tempo dopo, mi consegnò due preziosissime audiocassette contenenti la registrazione di una replica proprio de la ‘Commedia di Gaetanaccio’. Una cosa rarissima, realizzata, in gran segreto, dal fonico dello spettacolo per suo personale archivio.
Io presi quei nastri come fossero state pietre preziose e io e un mio amico riuscimmo a realizzarne due cd che custodii fino a questo meraviglioso incontro testimoniato dalla seguente immagine.
Il mio regalo per Gigi
Tornando ora a quel 7 marzo, con l’amichevole complicità della figlia Carlotta, del regista Giancarlo Fares e del giornalista Giancarlo Leone, mi dissi: “Quale migliore occasione di poter far dono al Maestro di quelle registrazioni proprio nella ripresa dello spettacolo da Lui stesso portato in scena quarant’anni prima?”.
E così feci. Tradendo, ovviamente, il patto con la mia cara amica attrice, consegnai gli audio a Gigi. Ricordo che Lui non riusciva a credere che tra le mani avesse un ricordo così prezioso e raro, visto che di quello spettacolo non ci fosse mai stata nessuna ripresa né audio né video. Con gli occhi lucidi aggiunse: “Non so nemmeno se riuscirò ad ascoltarle, sono passati quarant’anni”.
Fu un momento indescrivibile. Io, l’ultimo degli ultimi, davanti al primo tra i primi. Davanti a colui che mi aveva passato la passione per questo Meraviglioso Mestiere.
Ora gli occhi lucidi ce li ho io!