Trovajoli ha cominciato a suonare il violino quando aveva quattro anni ed il pianoforte a sei. Il suo primo concerto, dopo il diploma a Santa Cecilia, si tenne nel 1953 nella Basilica di Massenzio a Roma e venne diretto dal Maestro Willy Ferrero. Si trattava del famoso Concerto in Fa maggiore che venne eseguito davanti ad una platea affollata insieme con le musiche di Gerswhin e che venne registrato dalla Rai.
Il maestro Armando Trovajoli, nato a Roma il 2 settembre 1917, se n’è andato all’età di 95 anni in punta dei piedi, beffando fino all’ultimo la vecchiaia suonando e componendo. Sul suo pianoforte Steinway ci sono ancora gli spartiti della sua ultima opera: la trasposizione per il teatro della “Tosca” di Gigi Magni. Pianista, jazzista e compositore amante di Mozart, si definiva “un musicista che si è divertito a fare colonne sonore e commedie musicali”. Dalla forte autocritica, diceva che avrebbe riscritto anche “Roma nun fa’ la stupida stasera”, canzone “che da sola – osserva su La Repubblica Gino Castaldo – avrebbe giustificato un’intera carriera”. Invece le sue note sono sgorgate come un fiume in piena.
{module TDViaggiCont}
Oltre 300 le colonne sonore per il cinema, da “La Ciociara” di Vittorio De Sica a “Riso amaro” di Giuseppe De Santis, dalla canzone “El negro Zumbon” per “Anna” di Lattuada, riproposta da Nanni Moretti in “Caro Diario”, a tutti i film di Ettore Scola. Ha scritto “Che m’e ‘mparat’a fa” per Sofia Loren. Ha firmato le commedie musicali diventate pietre miliari della storia del teatro italiano: da “Rugantino” (dove si canta “Roma nun fa’ la stupida stasera”) a “Ciao Rudy”, da “Aggiungi un posto a tavola” a “Se il tempo fosse un gambero”. Delle sue apparizioni televisive resta negli annali della tv quella del 1967 con Mina nel programma “Sabato sera”.
La Rai lo ha seguito dal suo debutto fino alla fine. All’inizio degli anni ‘50 gli ha affidato la direzione di un’orchestra di musica leggera, che Trovajoli imposterà con l’organico di 12 violini, quattro viole, quattro violoncelli, un flauto, un oboe, un clarinetto, un corno, l’arpa, il vibrafono, la chitarra elettrica, il contrabbasso, la batteria e, naturalmente, il pianoforte suonato da lui. Considerevole la mole della sua attività musicale per Viale Mazzini, con le colonne sonore di opere come “La famiglia Benvenuti”, “Magreit a Pigalle”, “Un’isola”, “La spina nel cuore”, “Brothers”. Tre anni fa l’allora Rai Trade ha voluto riportare nelle case degli italiani le sue note, costituendo una library da mettere a disposizione delle trasmissioni radio e tv per sigle e tappeti musicali, che comprendeva anche la composizione di jingle originali. L’allora ad di Rai Trade Carlo Nardello disse: “Nei fatti, il sound della Rai degli ultimi cinquant’anni è stato inventato e caratterizzato dall’intuizione artistica di Trovajoli”.