Parola mia era composto da tre rubriche: Conoscere l’italiano, Usare l’italiano, Amare l’italiano. Studenti universitari si sottoponevano a delle prove che riguardavano etimologie, significati delle parole, modi di dire, sinonimi e contrari, la stesura di un pezzo di tipo giornalistico e l’analisi di brani letterari interpretati da grandi attori di prosa.
Giudice arbitro di gara era il professor Gian Luigi Beccaria, docente di lingua italiana all’Università di Torino.
Luciano Rispoli era il geniale ideatore del programma, che coniugava sapientemente informazione, divulgazione ed intrattenimento ed ha condotto le prime edizioni con Anna Carlucci. Ne erano coautori Ludovico Peregrini, Guido Clericetti, Domina, Starace, Roderi, Barbara Ancillotti, Alessandro Ippolito.
Al pari del maestro Alberto Manzi, di cui proprio recentemente è andata in onda una fiction che lo riguardava, interpretata da Claudio Santamaria, che s’intitolava come la sua fortunata trasmissione degli anni ’60, Non è mai troppo tardi, Luciano Rispoli ha assicurato alla causa del bello scrivere e del buon leggere, schiere di giovani. In occasione del suo ottantunesimo compleanno la presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, facendogli gli auguri, gli ha riconosciuto la professionalità di un signore tutto casa e televisione che in sessant’anni di carriera ha scelto di fare divulgazione non supponente, giornalismo popolare mai becero ed intrattenimento leggero, non disgiunto da contenuti. Quella di Rispoli è stata un modello di tv esemplare, gli si deve gratitudine per la sensibilità.
Nel 2002-2003 il conduttore, con la scrittrice Chiara Gamberale nel ruolo di co-conduttrice, ha riproposto il format quotidianamente su Raitre, facendosi supportare nei testi da Guido Clericetti, Laura Lombardi e Mariano Sabatini (quest’ultimo considerato da Rispoli suo erede). Il professor Beccaria conduceva anche la rubrica Parola di Beccaria.