La trasmissione si presenta come un viaggio all’interno dell’Italia che ci piace, ma con il sarcasmo delle due ex iene Luca e Paolo.
Di volta in volta, dei comici rappresentano con i loro monologhi il nord, il centro e il sud Italia. I servizi invece si occupano di alcune categorie, mentre attraverso le candid possiamo osservare le reazioni degli italiani di nord, centro e sud.
A scegliere la voce che ci rappresenta meglio, una giuria di nuovi italiani, tutti rigorosamente stranieri.
A Giass inoltre, visto che l’Italia è una repubblica presidenziale, non può mancare la figura di un Presidente, incarnata da Pino Caruso.
Si comincia con Balbottin e Ceccon dalla Liguria; si prosegue poi con Cristiano Militello dalla Toscana in versione monologhista, ma senza rinunciare a mostrare in video scritte su muri e cartelli. Come in Striscia lo striscione, ma senza striscioni. Per il sud Pino Campagna, scuola Zelig, sull’arma segreta della madre: lo zoccolo.
Si inizia poi con le varie categorie. La prima è quella che Paolo chiama dei «froci grandissimi»; Luca lo corregge: sono «gay insigni» . Si tratta dei personaggi che hanno fatto la storia dell’arte e della letteratura come Michelangelo, Caravaggio o Tommaso Campanella.
Il servizio ricalca lo stile di quelli di Striscia la notizia, di cui utilizza il tono ironico.
Kessisoglu in merito al termine «froci» accenna alla lezione di Lenny Bruce, il padre della stand up comedy: la parola «la consumi fino a quando non è più offensiva», cioè la ripeti fino a quando perde la sua forza, in modo tale da non essere più un insulto.
I conduttori strizzano l’occhio al politicamente scorretto; finora i momenti più convincenti sono proprio quelli in cui il duo fa da mattatore. L’impressione è che siano stati inseriti troppi elementi che finiscono per svilire l’insieme.
Si passa alla seconda categoria: le «stronze» o anche «donne di carattere». E via col servizio: Daniela Santanchè, Laura Boldrini, Rosa Russo Iervolino.
Terza categoria, la «Tengo (capo)famiglia»: Eleonora Andreatta, Giovanna Botteri, Paolo Ruffini, Antonio DI Bella, Claudio Donat Cattin, Bianca Berlinguer, Laura Berlinguer, Chiara Geronzi, Natalia Augias, Giovanna Tatò, Donata Scalfari, Piero Marrazzo, Maria Laura Rodotà, Giancarlo Leone, Lucrezia Agnes, Liliana Faccioli Pintozzi. Tutti figli di giornalisti e politici che occupano posizioni di prestigio nelle redazioni e nella tv italiana.
Torna quindi Pino Caruso: «Rispetto ai mafiosi, gli italiani onesti sono la maggioranza, solo che vengono messi in condizione di non nuocere».
Finalmente, il momento che attendevamo: la Boldrini chiede il collegamento. Parte l’imitazione di Kessisoglu che avevamo visto nei promo. Si ironizza sul femminismo esasperato, sulla facilità con cui la Presidente della Camera accusi di sessismo chi la critica; qui l’ispirazione sembrerebbero essere i programmi della Dandini.
Seguono altri comici: Nino Formicola, Virginia Raffaele–Francesca Pascale in una cartolina da Napoli, Stefano Chiodaroli, Andrea Pierroni e Antonello Costa. Quest’ultimo esegue il Karacose, in cui mostra gli oggetti corrispondenti alle parole della canzone in sottofondo.
C’è poi uno sketch dedicato a Fiorello, registrato prima dell’incidente: Luca e Paolo erano andati a trovare lo show man vestiti da «cugini merda».
Altro servizio: saranno più tolleranti i tassisti di nord, centro o sud? Un cliente finge rumori flautolenti in auto, giusto per rimanere in tema con il gradito ritorno dei due cugini.
Si procede con la quarta categoria: le «tettone», anzi, «maggiorate», da Sabrina Salerno a Moana Pozza, da Sabrina Ferilli a Valeria Marini , da Monica Setta a Maria Grazia Cucinotta.
Quinta categoria, l’ «eccellenza dei cantautori morti»: Sergio Endrigo, Fabrizio De André, Giorgio Gaber, Lucio Dalla, Lucio Battisti, Stefano Rosso, Ivan Graziani, Franco Califano, Mino Reitano, Rino Gaetano e Domenico Modugno.
Sesti, i giovani filmmakers, i «Saranno Sorrentini»: Il terzo Segreto di Satira (Milano), The Pills (Roma), The Jackal (Napoli).
Ancora Pino Caruso: «La mafia non è mai stata un mistero, per sapere dove abitava un mafioso bastava chiedere a un vigile urbano».
Si riparte con i comici: Valentina Persia, sul cliché famiglie del nord vs famiglie del sud all’ora di pranzo in spiaggia. Giobbe Covatta invece, canta la canzone sui disoccupati.
L’ultimo filmato raccoglie molta meno indignazione di quanto avrebbe voluto. Vestiti da preti, due uomini chiedono un contributo per sostenere i preti pedofili allontanati dalla Chiesa, che non sanno fare nulla e vanno aiutati. Insomma, dicono ai passanti, «ma lo sapete quanto spendono in caramelle ogni mese?» Soltanto una ragazza si altera; molti addirittura non sanno nemmeno di cosa si stia parlando.
La puntata si avvia alla conclusione; scopriamo dunque che Nord, Centro e Sud sono pari a 10 punti, ma il verdetto può essere ribaltato attraverso il televoto.
La prima puntata di Giass si chiude qui, con un capovolgimento rispetto a quanto accade negli altri programmi, e cioè lanciando un televoto quando invece sarebbe ora di chiuderlo.
Linea a Luca Telese con Matrix.