Raifiction trasmette le due puntate della serie in occasione dei 20 anni dal brutale omicidio del sacerdote. Una ricorrenza che serve a far riflettere sulla necessità di assicurare un futuro ai giovani restando nella legalità e nel rispetto della legge. Don Peppe Diana ha sacrificato la sua vita per rincorrere questo obiettivo.
Parroco della chiesa di Casal di Principe, centro della più degradata periiferia napoletana, Don Peppe cerca in tutti i modi di offrire un’alternativa agli ingaggi della camorra che spadroneggia sul territorio e semina morte. Alessandro Preziosi, nel ruolo del sacerdote senza paura, è il personaggio che si oppone alla spietata lotta tra le due famiglie camorriste, gli Esposito e i Capuano e cerca una speranza per quelle terre soffocate dalla paura. I suoi genitori vivono lavorando la terra, lui viene ordinato sacerdote il 14 marzo del 1982. Era molto stimato da tutti, il suo stesso vescovo soleva dire che Don Diana era un giovane differente dagli altri, avrebbe dovuto andare a Roma per fare carriera. Invece dedica la sua vita ai ragazzi di quell’hinterland che ancora oggi, a distanza di più di venti anni, lo ricordano e lo amano.
Il suo impegno nel recupero delle forze giovanili e nella lotta a viso aperto alla camorra, si concretizza nell’omelia della notte di Natale del 1991. Dal pulpito della sua Chiesa Don Diana accusa: dice che la camorra è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana. “E’ chiaro che il disfacimento delle istuituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti livelli” tuona dal pulpito. “La camorra riempie un vuoto di potere dello Stato” continua il prete coraggio consapevole che con quel discorso sta scrivendo la sua condanna a morte. Ma non abbassa la guardia. Ricorda l’impegno di tutti i cristiani a denunciare l’illegalità e fa un appello ai preti e alla Chiesa. Ai primi chiede di parlare chiaro nelle omelie e di schierarsi sempre dalla parte della giustizia soprattutto quando c’è bisogno di una testimonianza coraggiosa. Alla Chiesa chiede di mettere in atto tutti gli strumenti di denuncia per creare nei giovani una coscienza civile nel segno della giustizia, della solidarietà e dei valori etici e morali.
La miniserie ripercorre anche tutti i tentativi di infangare la memoria di Don Diana suscitando il dubbio che il suo omicidio possa essere legato a questionmi di donne.Ma la verità era sotto gli occhi di tutti. Per l’uccisione di Don Diana, il 14 marzo 2004 la Corte di Cassazione ha condannato all’ergastolo Matteo Santoro e Francesco Piacenti come coautori dell’omicidio. Mentre ha riconosciuto come autore materiale il boss Giuseppe Quadrano che, essendo nel frattempo diventato collaboratore di giustizia, sta scontando 14 anni di carcere.
La regia è di Antonio Frazzi, la produzione dell’Aurora film.