Due puntate dunque, per la cui realizzazione la Publispei è già in contatto con la famiglia Bongiorno e con la fondazione intitolata al presentatore. Il progetto è di grandissimo interesse e, pur non essendo ancora stabilito quale polo televisivo lo trasmetterà, ci risulta che ci sia molta attenzione da parte della Rai per collaborare alla realizzazione della storia di Mike Bongiorno e a trasmetterla sulla principale rete di viale Mazzini.
Il biopic, nelle intenzioni della casa produttrice, si sofferma maggiormente sulla lunga esperienza televisiva fatta da Bongiorno sulle reti Rai. L’obiettivo è partire attraverso rapidi flash back, dall’infanzia di Bongiorno, soffermarsi sulla gioventù, sulla sua esperienza di partigiano, sulla prigionia, sull’arrivo in Italia e sull’esplosione del personaggio sul piccolo schermo targato Rai. La miniserie si concluderà proprio quando Michael Nicholas Salvatore Bongiorno ( nome all’anagrafe del conduttore) è all’apice del suo successo in Rai dove aveva inaugurato le trasmissioni, il 3 gennaio 1954 con Arrivi e partenze. Insomma si arriva fino al 1982 con la conduzione da parte di Bongiorno di Flash, l’ultimo programma da lui gestito per la tv pubblica, prima di abbandonare viale Mazzini e trasferirsi definitivamente a Cologno Monzese. Ma si ripercorreranno i grandi quiz da lui condotti a iniziare da Lascia o raddoppia?
L’arrestarsi della carriera professionale di uno dei padri fondatori della tv alla sola esperienza Rai costituisce certamente un fattore importante che potrebbe spingere Raifiction a coprodurre la miniserie. Sarebbe infatti impensabile che Mediaset possa avallare una simile operazione senza sviluppare il fondamentale apporto dato da Bongiorno alla fondazione e allo sviluppo della tv privata e commerciale e dell’allora Fininvest.
L’intento, però, va oltre l’aspetto puramente televisivo: la miniserie targata Publispei vuole far conoscere al grande pubblico che Bongiorno, scomparso l’8 settembre del 2009, è stato anche un partigiano italiano.
Durante la seconda guerra mondiale, dopo l’invasione tedesca dell’Italia, Bongiorno entrò nei gruppi partigiani. Conoscendo l’inglese, fu impiegato in un’importante e pericolosa “staffetta” grazie alla quale fu possibile la comunicazione fra i partigiani italiani e gli Alleati che si trovavano in Svizzera.
Nel corso di una di queste operazioni, nell’aprile del 1944, fu scoperto e catturato dalla Gestapo e messo al muro per essere fucilato, ma si salvò in extremis perché fu perquisito e gli agenti tedeschi gli trovarono i documenti americani. Fu quindi portato a San Vittore a Milano, dove restò per 7 mesi, condividendo la cella con Indro Montanelli; venne poi deportato dapprima nel campo di Bolzano poi, dopo diverse destinazioni in vari campi di concentramento, in Germania, dove fu liberato a febbraio del 1945, prima della fine del conflitto grazie ad uno scambio di prigionieri di guerra tra Stati Uniti e Germania.
Non si conoscono ancora gli sceneggiatori, il regista e neppure l’attore che dovrebbe impersonare il grande Mike. Noi, però, un’idea l’abbiamo su chi potrebbe diventare Mike Bongiorno per fiction: Elio Germano. Sarebbe l’attore giusto e lanciamo l’idea alla Publispei che realizza per Rai1 grandi successi come Un Medico in famiglia di cui va in onda la nona serie.