Domenico Iannacone torna su Rai 3 da lunedì 22 marzo 2021 con Che ci faccio qui. L’appuntamento è in seconda serata, alle 23.15, con quattro nuove puntate del programma.
Che ci faccio qui 2021 dal 22 marzo su Rai 3
I protagonisti di questa stagione hanno caratteristiche differenti dal passato. Perchè in ogni edizione Iannacone affronta tematiche diverse e scopre personaggi con grandi valori.
Questa volta i protagonisti sono visionari, uomini e donne che hanno deciso di porsi controcorrente, sfidando le opinioni, i giudizi e i pregiudizi altrui. Persone che in solitudine, talvolta in ristrettezze, sono riuscite a trovare nuove strade per salvaguardare la bellezza ed i valori di cui si rendono portavoce nei riguardi degli altri. Insomma molti, come vedremo, sanno trovare la bellezza in luoghi nascosti e inaspettati.
Iannacone anche in Che ci faccio qui 2021, racconta storie collettive e individuali in cui l’elemento del corpo ritorna continuamente. Con il suo carattere sempre disponibile e aperto all’ascolto, tocca le cicatrici sulla pelle di ognuno come seguendo un’immaginaria mappa esistenziale. Dove il corpo diviene testimonianza di sofferenza, ingiustizia, amore e soprattutto Rinascita.
La prima puntata, Quello che resta
La prima puntata ha come titolo Quello che resta.
Iannacone ci fa conoscere due personaggi apparentemente differenti tra di loro. Si tratta di un imprenditore che ha deciso di proteggere la natura e di un regista indipendente che da sempre si prende cura di una piccola sala cinematografica.
“Quello che resta” coinvolge i telespettatori nelle storie di questi due visionari che guardano il mondo con la stessa idea di resistenza civile. Ecco chi sono.
Il primo è Fiorenzo Caspon, imprenditore veneto di 70 anni che, da più di dieci anni, cerca di resistere al degrado della natura, compiendo un gesto molto significativo. Caspon acquista terreni che sottrae all’agricoltura intensiva e, a sue spese, pianta alberi secolari che sono stati sradicati.
Il secondo è il regista e scrittore Silvano Agosti che quarant’anni fa, ha fondato a Roma, in zona Prati, il Cinema Azzurro Scipioni. Si tratta di luogo in cui si respira aria di un cinema indipendente, fuori dalle logiche di ogni mercato.
In un periodo in cui le sale sono chiuse a causa della pandemia, questa piccola sala rischia ancor più delle altre. Purtroppo sull’Azzurro Scipioni pende un’ingiunzione di sfratto. Se il regista e scrittore non riesce a salvarlo, potrebbe andare perduto il patrimonio culturale che racchiude e che si è accumulato in tanti anni.