Ironia e capacità di coinvolgere sono sempre state le armi vincenti sia del Renzo Arbore show man che dell’Arbore musicista. E così ora lo showman torna ad esibirsi dal vivo in una serie di concerti con la sua Orchestra Italiana e i 15 musicisti che la compongono in un tour che adesso staziona a Roma, al Teatro Sistina fino al 30 marzo. Ma presto Arbore tornerà anche sul piccolo schermo, come lui stesso ha annunciato.
Dopo vari filmati che ci mostrano Arbore con la sua Orchestra Italiana in giro per il mondo per propagandare la sua musica, il concerto comincia con la bella canzone Reginella del grande Roberto Murolo, cantata da Arbore e a Gianni Conte. E’ un inizio regale di un concerto che ha divertito ed emozionato i presenti. E dopo l’esibizione è lo stesso Arbore, che indossa uno tra i suoi gilet più vistosi e luccicanti di colore rosso, a parlare e a salutare il pubblico del teatro affluito numeroso. “L’Orchestra Italiana nacque proprio con la ‘benedizione’ di Roberto Murolo, colui che ha codificato e recuperato tesori dimenticati, anticipando di molti anni lo steso tipo di ricerca fatta poi da Joao Gilberto con la musica brasiliana. Se proprio devo indicare un riferimento stilistico, a come noi ci approcciamo a queste canzoni e le rielaboriamo, Murolo a parte, direi che l’Orchestra Italiana si pone nella scia del grande ed indimenticabile Renato Carosone”.
Renzo Arbore, nonostante questi concerti siano impegnativi, sembra divertirsi un mondo e l’Orchestra Italiana appare una macchina ben rodata e pronta a seguire il suo Direttore. Poi un altro pezzo forte che scalda il pubblico: O’Sarracino di Renato Carosone. La serata inizia ad arroventarsi, il pubblico viene conquistato dalle voci dell’eccellente Mariano Caiano e da Gennaro Petrone che, con Nunzio Reina e Salvatore “Mohamed” Esposito, fa parte della strepitosa sezione di mandolini. I bei pezzi, come le ciliegie, si susseguono in crescendo. Non c’è intervallo, questo si capisce strada facendo, ed ecco che ascoltiamo le bellissime Voce ‘E Notte, cantata dalla brava cantante, unica donna dell’Orchestra, Barbara Bonaiuto e Dicitincello Vuje, con la bella performance del cantante Gianni Conte. Ecco le scatenate Luna rossa, Comme facette mammeta, ‘O Surdato ‘Nnammurato, Aummo Aummo, mandano il pubblico in visibilio.
E Arbore? E’ sempre lì a dirigere, ad accompagnare i cantanti, a raccontare storie, barzellette un po’ audaci, con quella leggerezza e senso dell’ironia che non lo fanno mai scadere nel cattivo gusto, a fare la parte della “spalla” mentre coinvolge i musicisti nei suoi divertenti siparietti. Renzo non si risparmia intrattiene il pubblico, rievoca storie d’altri tempi, è divulgativo, si diverte a presentare i suoi amici storici accorsi in tanti ad applaudirlo: ecco Marisa Laurito, Gianni Boncompagni, Mario Marenco, Tony Renis, Piero Angela, Edoardo De Crescenzo, afflitto da seria amnesia, di cui racconta aneddoti e fatti esilaranti che fanno ridere di gusto gli spettatori. Racconta della volta che sono stati a Varallo, una città del Nord, con il sindaco leghista c’erano trentamila leghisti. Lui li ha spiazzati dicendo: “Finalmente sto in un Paese del Nord. Quando ci hanno sentiti suonare sono diventati meridionali anche loro”.