Queste le anticipazioni su alcuni servizi.
Filippo Roma si reca ad Augusta, città siciliana al centro dell’operazione militare e umanitaria “Mare Nostrum”, che ha il compito di rafforzare il controllo in mare e migliorare le capacità di soccorso dei migranti in difficoltà. I profughi, una volta soccorsi, vengono poi accompagnati nei centri di accoglienza di alcune città, tra cui, appunto, Augusta. Per i migranti minorenni non accompagnati, la legge prevede lo stesso trattamento igienico sanitario e di carattere sociale riservato ai minori italiani. I minori stranieri hanno, quindi, diritto all’istruzione, a vitto e alloggio, e a vivere in condizioni igienico sanitarie adeguate. Nonostante ciò, la Iena mostra immagini esclusive, realizzate all’interno di alcuni centri di prima accoglienza, che fanno vedere come i bambini vivano in condizioni igienico sanitarie precarie e disagiate, ammassati in alcune stanze affollate, con le brandine attaccate l’una all’altra. I mediatori culturali, poi, sarebbero assenti, così come gli ambulatori, anche se previsti dalla legge. Inoltre, nonostante i giovani minorenni debbano rimanere nei centri di prima accoglienza solo settanta giorni, sembra che la permanenza sia di parecchi mesi. Filippo Roma chiede spiegazioni in merito al Commissario Prefettizio di Augusta.
La Iena, infine, mostra le immagini esclusive che ritraggono una decina di bambini nordafricani alla stazione, in procinto di scappare dai centri di accoglienza.
Matteo Viviani torna ad occuparsi di affidamento di minori e intervista Francesco Morcavallo, ex giudice del Tribunale dei minorenni di Bologna. L’uomo racconta di come dietro molti affidamenti di bambini ci sarebbero gli interessi da parte dei giudici onorari, che sono, in questo caso, psicologi, medici, sociologi, assistenti sociali. Nonostante la legge lo vieti, infatti, alcuni di questi giudici onorari, che decidono su eventuali affidamenti di migliaia di bambini sottratti alle loro famiglie, avrebbero una partecipazione diretta o indiretta all’interno delle comunità di affido.
Dopo aver raccontato delle presunte torture nei confronti di prigionieri iracheni avvenute dentro la base militare italiana White Horse a Nassiriya, nella puntata odierna, Luigi Pelazza si occupa di ciò che è accaduto 20 anni fa in Somalia. In particolare, la Iena decide di andare a cercare una persona ritratta in una foto scattata da un paracadutista italiano nel ‘97, già circolata su molti media, che ritrae la tortura ai danni di un prigioniero somalo. Nonostante siano trascorsi vent’anni anni, la Iena è riuscita ad individuare l’uomo che, in base alla foto, avrebbe inflitto la scossa elettrica al prigioniero somalo. Si tratta di un militare, ancora oggi in servizio. Dopo averlo raggiunto, l’inviato mostra al militare la foto della tortura, ma, nonostante l’insistenza di Pelazza e nonostante ci siano delle carte processuali che provano la sua colpevolezza, l’uomo continua a non riconoscersi nella foto, a negare tutto e cerca di sfuggire alle ripetute incursioni della Iena.
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