In particolare, in un speciale della durata di un’ora si cerca di far luce sull’ennesima tragedia dei cieli ancora avvolta nel mistero e sulla quale non esiste neanche una sola certezza.
Il dramma risale allo scorso 8 marzo, quando il volo di linea MH370, effettuato da un Boeung 777-200ER partito dall’Aeroporto Internazionale di Kuala Lumpur e diretto a Pechino con 227 passeggeri a bordo più 12 membri dell’equipaggio, scompare all’improvviso dai radar di controllo e fa perdere completamente le sue tracce.
Dopo settimane di ricerche ininterrotte le autorità investigative internazionali hanno concluso che il velivolo si è inabissato in un punto imprecisato dell’Oceano Indiano meridionale. La ricerca di eventuali superstiti è tuttora in corso. Il caso ha catturato l’attenzione dei media di tutto il mondo riaprendo l’annosa questione sulla sicurezza del trasporto aereo.
Il documentario in onda su Focus cercherà di portare avanti un’analisi sulle possibili cause del disastro spaziando nel settore delle indagini a 360 gradi. In particolare, verranno ascoltate le testimonianze di tecnici, di esperti di aviazione e ingegneri aeronautici, che spiegheranno al pubblico qual è attualmente lo stato della sicurezza negli aeroporti. Inoltre faranno il punto su altri fattori non meno importanti quali le tecniche di controllo del traffico aereo, i sistemi di comunicazione a bordo, il funzionamento e la manutenzione delle parti meccaniche di quel tipo di velivolo.
Da circa due mesi sulla scomparsa dell’aereo della Malaysia Airlines, la mancanza di certezze ha alimentato la fantasia. Infatti circolano ipotesi irreali e persino suggestive: qualcuno ha azzardato addirittura una “cospirazione” e persino trame alla James Bond. Qualche altro ha affermato che il caso sta diventando una vera e propria Spy story. Ma la verità è che il buio fitto da quell’otto marzo non ha mai accennato a dissolversi. Nonostante siano stati ben 25 i paesi che hanno partecipato alle ricerche del veivolo, nulla si sa ancora.
Alcuni media internazionali hanno sottolineato come le ricerche abbiano sofferto della “riluttanza delle varie intelligence coinvolte a condividere dati sensibili”, dal momento che “la tecnologia militare era la base di tutto”.
Anche su queste ipotesi si soffermerà lo speciale di Focus.