Adesso, in tempo di crisi profonda, con le impellenti esigenze di risparmiare sui costi, qualcosa è cambiato. La città di Gubbio non era più propensa a concedere le facilitazioni necessarie per consentire le riprese nel centro storico. Il che significa non poter più contare sui permessi dei vigili urbani e sulla concessione a poter utilizzare molti edifici, tra cui le chiese.
Invece, la città di Spoleto, dove la produzuone ha realizzato già alcuni sopralluoghi, avrebbe assicurato maggiore collaborazione. Con il risultato che Gubbio ha cercato, alla fine, di tornare sui propri passi e di fornire quei servizi che aveva, invece, negato in precedenza. Tutto ciò era accaduto a circa tre settimane dalle riprese di Don Matteo 9.
Come finirà? Intanto la Lux Vide, con molta serenità, ha già diramato un comunicato nel quale si afferma che Gubbio non sarà abbandonata. Esiste la concreta possibilità di un ritorno. Quindi non si tratta di un addio, ma di un arrivederci. Quel che è certo è che Don Matteo non abbandonerà l’Umbria. Ma, per adesso, si sposta a 80 chhilometri di distranza, a Spoleto che diventa set per una serie di puntate.
La verità, però, al di là delle diatribe, è la seguente: con la scelta di Spoleto, che dista da Roma solo un’ora e mezza in auto, si avrebbe la possibilità di spostare anche in un solo giorno, molti attori della fiction senza dover necessariamente pernottare in loco. Questo significa risparmiare cifre consistenti altrimenti spese in alberghi. Si pensi solo alla quantità di maestranze e di attori impegnata nei tredici episodi che compongono ogni serie di Don Matteo e a quel che comporta il soggiorno completo fuori sede per una troupe così numerosa. Inoltre Spoleto è raggiungibile più facilmente ed è una città più “semplice” rispetto a Gubbio il cui centro storico, nella sua incredibile bellezza e suggestione, richiede più difficoltà per gli spostamenti di mezzi tecnici.
Ma c’è un ultimo, non trascuirabile risvolto di tutta questa faccenda: la possibilità che la politica cavalchi la faccenda e la strumentalizzi, magari contro il primo cittadino. Come sembra stia già avvenendo.
Insomma, ancora una volta, le esigenze di risparmio dovute alla crisi economica, rischiano di provocare un piccolo terremoto non solo televisivo, ma anche politico.