La trama principale è incentrata sul più potente clan camorristico della Campania, i Savastano. Il capo è Pietro, un vecchio boss che ha scelto come erede il figlio, Genny, un ragazzo di appena venti anni che non si sente all’altezza di questa pesante eredità, ma non può tirarsi indietro. Sa benissimio che, quando il padre si metterà da parte, toccherà a lui la gestione del vero e proprio impero costruito su ogni genere di crimine, dagli appalti truccati alla gestione dei rifiuti, allo spaccio della droga, solo per citarne alcuni. Alla potenza indiscussa del clan dei Savastano si oppone quello guidato dall’emergente Salvatore Conte, disposto a tutto pur di strappare il dominio alla famiglia rivale,
Come precisa Roberto Saviano, “dal contrasto di queste famiglie viene fuori una realtà complicata: quella di una camorra imprenditrice e militarmente fortissima, una sorta di stato totalitario dentro lo Stato democratico”.
Un altro aspetto che viene privilegiato nella serie è mostrare il potere internazionale della camorra con un’organizzazione che esce fuori dal nostro paese e che spesso ha radici ancora più profonde all’estero.
Uno degli interpreti principali è l’attore Marco D’Amore, 31 anni, di origini casertane. Interpreta il criminale Ciro Di Marzio, caratterizzato da una devastante violenza. Un delinquente che rappresenta il male assoluto incarnato in un essere umano. E sarà il protagonista di crudeltà atroci e vendette orripilanti.
La regia è di Stefano Sollima con Francesca Comencini e Claudio Cupellini. Sollima ha curato anche la sceneggiatura supervisionata da Roberto Saviano per conferirle attualità e renderla il più possibile vicina alla realtà. Pur respirando le medesime atmosfere del film, Gomorra la serie è tutta un’altra storia, precisa il regista.
Le riprese si sono svolte anche a Scampia e Secondigliano. Sollima precisa che, dopo le difficoltà iniziali, ha ricevuto il sostegno delle associazioni anti- camorra e degli stessi amministratori locali quando è stato spiegato loro il progetto. Un altro obiettivo, ci tiene a sottolineare Sollima, è aver scelto di tenersi lontano dagli stereotipi e dai luoghi comuni, cercando di far capire al pubblico che la camorra non è solo l’omicidio compiuto sulla strada. E’ molto di più, perchè si è infiltrata ovunque e usa le più moderne tecnologie per raggiungere gli scopi. Il camorrista di oggi, insomma, non è il killer, ma il professionista, l’insospettabile, colui che muove le fila degli interessi dietro le quinte. Ma non per questo è meno pericoloso.