Dunque dovrebbe essere una fiction che si occupa, per la prima volta di una problematica oggi molto sentita, la dipendenza dal gioco che ha rovinato troppe persone. Infatti la storia prende il via da Olivia (la Bonev), una poliziotta che cerca di aiutare una giovane donna dell’Est la cui vita familiare e economica è stata completamente rovinata dalla frequentazione dei tavoli verdi. Partendo dal caso personale, la poliziotta vuole capire quanto il gioco clandestino sia diffuso e a quali personaggi della malavita fa capo.
Inizia, così, a infiltrarsi nelle bische clandestine aiutata dal commissario Franco, a cui da il volto Lando Buzzanca. Olivia ha molta fiducia nel suo commissario che considera come un secondo padre, dopo la morte del suo genitore. Ma i risvolti della sua indagine saranno sorprendenti e la coinvolgeranno personalmente.Innanzitutto Olivia viene a trovarsi di fronte alle persone che hanno voluto la morte del padre, e nella foga di consegnarle alla giustizia, sarà disposta a qualsiasi gesto. Anche a rovinarsi economicamente frequentando sempre più spesso le bische clandestine e arrivando a giocare grosse somme di denaro.
Un bel giorno la poliziotta si accorge di aver rovinato il rapporto con la figlia adolescente e con il marito. Si ritrova senza alcuna risorsa economica e potrà fare affidamento a questo punto soltanto sull’affetto e l’aiuto del commissario Franco.C’è ancora tanta strada da fare per giungere alla intricata soluzione, ma non sveliamo null’altro.
Il gioco d’azzardo patologico, contrassegnato con il termine Gap, è da considerasi una malattia seria che crea dipendenza. Parlano chiaro i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: ad essere coinvolto è il 3% della popolazione adulta, il che significa un milione e mezzo di italiani. E quando si snocciolano tali cifre, non siamo certo in presenza di persone per le quali tentare la fortuna al gioco è solo un passatempo. Qui si tratta di un desiderio compulsivo e irrefrenabile, impossibile da controllare e tenere a freno. La ludopatia è un vero e proprio disturbo del comportamento, può avere gravi conseguenze sulla vita sociale e professionale del soggetto. Al punto che se la persona sotto dipendenza, non riesce a giocare, diventa irascibile, aggressiva e rischia crisi di astinenza
E adesso non resta che spiegare chi è l’attrice Michelle Bonev. La protagonista della miniserie (al secolo Dragomira Boneva), è stata negli anni scorsi, al centro delle cronache e del gossip, per la sua presunta amicizia con Berlusconi e la sua partecipazione al Dopofestival di Sanremo nel 2003 in qualità di esperta musicale. Con Donne in gioco, la Bonev torna alla regia dopo le innumerevoli polemiche che accompagnarono il debutto della sua opera prima, il film Goodbye Mama. La pellicola, infatti, conquistò alla Mostra del cinema di Venezia nel 2010 il premio “Action for women”. Un riconoscimento che non esisteva in precedenza.