Al Porto di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, la Guardia di Finanza e i funzionari dell’Agenzia delle dogane sequestrano ogni anno due tonnellate di cocaina provenienti dal Sud America. Luigi Pelazza spiega come funziona il narcotraffico nel porto di Gioia Tauro, quali sono le cosche della ‘ndrangheta che gestiscono i traffici illeciti e intervista Federico Cafiero De Raho, Procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria. La Iena si reca poi a Rosarno, dove sono stati arrestati alcuni componenti del clan dei Pesce, in seguito alla collaborazione di Giuseppina Pesce, figlia di un boss di una delle cosche più potenti della Calabria. Pelazza raccoglie le dichiarazioni del fratello del suo compagno, sotto scorta insieme a Giuseppina e ai suoi figli, e, in seguito, del Sindaco e del parroco di Rosarno.
Qualche mese fa, in seguito alla segnalazione di una dipendente, Nadia Toffa si è occupata di un ospedale dove, nel reparto di fisioterapia, sembrava che le macchine utilizzate per effettuare alcune terapie non funzionassero nel modo corretto, che fossero rotte o tenute spente. Nel servizio venivano mostrate alcune riprese effettuate all’interno della struttura per testimoniare il presunto malfunzionamento delle macchine e le scarse condizioni igieniche in cui sarebbero avvenuti i trattamenti. Dopo la messa in onda del servizio, il direttore dell’Ospedale ha dichiarato alla stampa che le Iene avrebbero detto il falso e che il servizio sarebbe stato confezionato ad hoc. Inoltre, è stata organizzata un incontro pubblico dal titolo “Le Iene, tutta la verità”, dove è stato proiettato un filmato intitolato “quando un programma fa finta di informarti”, che accusa gli inviati di Italia 1 di aver detto il falso.
Le Iene, quindi, mostrano delle immagini e alcuni filmati integrali senza tagli, in risposta all’accusa che il loro servizio sia stato montato ad arte, e ribattono ad alcuni punti contestati dai responsabili della struttura in merito alla loro inchiesta.
Matteo Viviani torna ad occuparsi di affidamento di minori e intervista Francesco Morcavallo, ex giudice del Tribunale dei minorenni di Bologna. L’uomo racconta di come dietro molti affidamenti di bambini ci sarebbero gli interessi da parte dei giudici onorari, che, in questo caso, sono psicologi, medici, sociologi, assistenti sociali. Nonostante la legge lo vieti, infatti, alcuni di questi giudici onorari, che decidono su eventuali affidamenti di migliaia di bambini sottratti alle loro famiglie, avrebbero una partecipazione diretta o indiretta all’interno delle comunità di affido.
Qualche giorno fa è balzato agli onori della cronaca il gesto del calciatore del Barcellona Dani Alves che, durante un partita, ha mangiato una banana che un tifoso del Villarreal gli aveva tirato dagli spalti. Il difensore blaugrana ha ricevuto solidarietà dal mondo intero. Anche l’Italia non è nuova a questo tipo di gesti razzisti: nel luglio 2013, al ministro Cècile Kyenge, ospite a una festa del PD a Cervia, sono state lanciate delle banane. Cosa spinge ad un gesto del genere? Chi sono i “lanciatori di banane”? Perché lo fanno? Se ne occupa la Iena Cristiano Pasca.
I responsabili di alcune associazioni che si occupano di gestire il turismo nel sottosuolo di Napoli, tra cui quella che ha scoperto il Tunnel Borbonico, raccontano a Giulio Golia di come il presidente dell’associazione “Napoli Sotteranea” sia solito registrare prima degli altri i domini internet con i nomi appartenenti alle altre società concorrenti. In questo modo, molti turisti interessati a visitare le diverse cavità sotterranee di Napoli vengono reindirizzati a Napoli Sotteranea. La Iena chiede spiegazioni in merito al presidente dell’associazione.