Perchè è cosi gratificato dall’interpretazione di Otello?
Innanzitutto perchè recitare quotidianamente in Un posto al sole rappresenta un impegno gratificante. Il pubblico è molto legato alla serie, ci regala la propria amicizia. Avverto l’affetto della gente quando vengo fermato in strada e chiamato “nonno Otello” come una persona di famiglia. E, proprio grazie a nonno Otello, vengo invitato in trasmissioni televisive come Elisir o in programmi sportivi come opinionista. Un ulteriore motivo di gratifica.
Napoli e Un posto al sole: un binomio davvero inscindibile?
Un prodotto di successo nato nella città giusta che è arrivato in molti altri paesi. Lo scorso anno ero in vacanza nel Cilento e sono stato riconosciuto da turisti cinesi. In Italia l’entusiasmo per i protagonisti della soap è trasversale e non ha confini regionali. Mi hanno avvicinato a Treiste chiedendomi di nonno Otello. La verità è che Napoli ha creduto nel progetto e la Rai lo ha realizzato nel migliore dei modi.
Come vengono considerati dai colleghi gli attori di UPAS?
C’è molta gelosia intorno a noi, perchè nonostante il breve tempo di messa in onda quotidiana siamo molto conosciuti e amati. Inoltre il lavoro quotidiano è considerato una vera e propria palestra professionale per interpreti, sceneggiatori, registi, costumisti, per tutte le maestranze che contribuiscono, giorno per giorno, all’allestimento delle puntate.
Lei è anche docente di recitazione
Insegno presso la scuola di cinema Pigrecoemme di Napoli alla quale mi dedico il sabato mattina quando non sono sul set di Un posto al sole. Metto la mia esperienza al servizio dei giovani che desiderano perfezionarsi
Ha progetti teatrali?
Ho attivi due reeding che porto in giro con un gruppo formato da due chitarristi che mi accompagnano. Il primo ha per titolo “Certe anime hanno azzurre stelle” nel quale recito e racconto le poesie di Garcia Lorca meno note al grande pubblico. L’altro è “q.b.” ovvero “quanto basta” ed è incentrato sulle odi al vino di grandi poeti e personaggi. Ce ne sono alcune scritte da Pablo Neruda, Gino Paoli e persino De Andrè che molti non conoscono. Inoltre ne ho un terzo in cantiere dedicato al mare. Si chiama “Sulla cresta dell’onda” e raccoglie le più belle poesie dedicate proprio al mare.
E’ vero che ha una nonna tedesca?
Nonna tedesca da parte di mio padre e torinese da parte di mia madre. Ma io sono napoletano e sono orgoglioso di esserlo.
Che ricordi ha dei suoi esordi professionali?
Ho debuttato al cinema con il film Immacolata e Concetta, l’altra gelosia, presentato al 33esimo Festival di Cannes, mentre la mia ultima interpretazione per il grande schermo è stata nel film di Mel Gibson La passione di Cristo. Un esordio in grande stile che è rimasto impresso nella mia mente e ha condizionato in maniera positiva tutta la mia carriera. In seguito sono stato nel cast de Il portaborse
Anche in tv ha recitato con grandi registi. Un ricordo particolare?
Non ho mai preferito un progetto ad un altro, tutti hanno avuto ed hanno uguale valenza per me. Nella fiction Padre Pio, però, nella quale ho interpretato padre Agostino, il confessore del santo di Pietrelcina, posso dire di aver provato una grande emozione.
Ha esperienze radiofoniche?
Ho lavorato nel settore degli sceneggiati radiofonici negli anni 70 e, negli studi Rai di Torino, sono stato la voce narrante di un programma dal titolo I processi celebri.
Ci parla di se stesso e della sua quotidianità al di fuori del set?
Sono sposato felicemente da 33 anni, ho tre figli, una sola moglie alla quale sono fedele. La mia famiglia condivide il mio amore per Un posto al sole perchè ha capito che la soap mi ha dato la grande opportunità e fermarmi a Napoli e di veder crescere i miei figli.
Le sue letture preferite?
I romanzi, Per motivi di lavoro leggo testi professionali di cinema e teatro.