J-Ax, ultimo arrivato dei quattro vip coach, si è infatti subito distinto per la scelta dei membri della propria squadra. Una scelta trasgressiva, certamente eccentrica, perché tutto il suo team è abbastanza in controtendenza rispetto a quelli formati dai suoi colleghi, è composto di personaggi singolari e fortemente caratterizzanti, artisti che comportano un certo rischio per la gara, tanto per via dei generi che presentano quanto per le scelte dei brani nei quali si esibiscono; osano negli arrangiamenti e azzardano persino pezzi inediti.
J-Ax tramette a tutti lo stupore e l’entusiasmo di un bambino in un parco dei divertimenti e il suo atteggiamento si sposa alla perfezione con il team da lui scelto. Nella selezione dei testi musicali da assegnare ai membri della propria squadra J-Ax sembra aver proceduto in alcuni casi per antitesi in altri per analogia, ma sempre con l’obiettivo di sorprendere, provocare lo spettatore presentando esibizioni inconsuete. All’interno di un siffatto team non può stupire la presenza divertente e affascinante di una suora, il cui abito e la cui semplicità, lungi dall’essere un limite, in questo contesto rappresentano un’enorme fonte di ispirazione dalla splendida voce. È possibile che, se non si fosse trattato di una suora, forse Cristina non avrebbe catturato tanta attenzione, forse. Eppure suor Cristina possiede una dote speciale oltre la sua bella voce, una dote unica ed eccezionale, la sua motivazione.
È naturale che ogni concorrente di The Voice miri alla vittoria della gara o quanto meno al raggiungimento di una certa notorietà o successo personale, per sr. Cristina i presupposti sono invece assai differenti, almeno per il momento, perché il successo che lei persegue è tutt’altro che personale e questo le consente di gareggiare con una leggerezza che lascia spazio solo al piacere di cantare e di offrire al pubblico un dono, come ella stessa ha spiegato. Nello spazio dedicato alla sua Story sr. Cristina ammette: “Avanzando vedo che tutto diventa sempre molto più grande e io mi sento sempre molto più piccola…”. Ma è proprio questa la sua forza: sr. Cristina resta fresca, pulita, ingenua, tenera e al tempo stesso riesce trasmette un’energia pura sana, risoluta e sincera. Non le manca un pizzico di autoironia con cui smorza gli eccessi che un tale spettacolo comporta e che chiaramente non le sono familiari.
Per lei c’è già un fan club e le sue esibizioni sonoi rimbalzate persino oltreoceano, sul famoso New York Times, ma lei non smette di stupirsi del favore che suscita nel pubblico, questo la rende vera e reale e provoca al tempo stesso curiosità e commozione. Su di lei ha ragione la Carrà: l’abito e la semplicità non la limitano, il suo talento resta perfettamente credibile e godibile, persino in mezzo al quartetto che accompagna l’esibizione di Kylie Minogue. Un quartetto decisamente improbabile e a tratti quasi grottesco, nel quale però la meno strana, quella che meglio riesce ad armonizzare con la figura dell’artista di fama pare proprio sr. Cristina.
E lei non demorde, resta quella che è e non teme di portare la fede in un ambiente del tutto estraneo al suo mondo.