La storia raccontata da Lucarelli è di notevole impatto emotivo perchè racconta l’impossibilità, per una giovane donna somala, di coronare un sogno che, purtroppo, quando sembrava a portata di mano, si è infranto contro il muro della guerra e della povertà in cui viveva. Samia Yusuf Omar è una ragazza che vive in un mondo di terrore ma che non ha paura, che corre veloce come il vento per raggiungere l’obiettivo al quale mira.
La vicenda, al centro della puntata è quella della giovane atleta somala che ha partecipato alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 ed è stata raccontata dallo scrittore Giuseppe Catozzella nel libro “Non dirmi che hai paura”. Adesso Lucarelli la riprende nel suo programma e la porta sul piccolo schermo perchè possa essere conosciuta dal vasto pubblico televisivo.
Samia è nata nel 1991 a Mogadiscio, nella Somalia devastata dalla violenza della guerra civile dopo la caduta del regime di Siad Barre. Sin da piccola ha una sola passione: la corsa. Si allena ogni giorno sfidando il pericolo di un paese in guerra perenne ed impara a volare. Diventa la ragazza più veloce della Somalia, fino a rappresentare il suo paese, a soli 17 anni, alle Olimpiadi di Pechino del 2008 dove corre i duecento metri. Una volta ritornata a casa trova il suo paese e la sua famiglia in condizioni ancora più drammatiche. Samia capisce che l’unica cosa che le rimane per poter realizzare il suo sogno, correre alle Olimpiadi di Londra, è fuggire dalla Somalia. Così decide di intraprendere il viaggio della disperazione, il terribile viaggio che hanno tentato molti migranti: sopravvivere al deserto per raggiungere la costa e imbarcarsi verso l’Europa.
Ma quel viaggio, per Samia si concluse in maniera drammatica ponendo fine a tutti i suoi sogni. La giovane atleta, infatti, trovò la morte nel tentativo di raggiungere le coste italiane su un barcone di migranti col quale era partita dalla Libia. La morte avvenne al largo di Malta. Da ricerche, successivamente fatte, si seppe che Samia avrebbe viaggiato attraverso Etiopia, Sudan e Libia con l’intento di giungere in Europa e trovare un allenatore per partecipare alle Olimpiadi di Londra 2012. Ma, adi aprile del 2012, l’incidente della barca e quindi l’annegamento spezzarono la sua vita a soli 21 anni.
E’ una storia che segnaliamo perchè evidenzia l’amore per lo sport al quale Samia ha sacrificato la propria giovane vita.