Trovata strategica da parte della rete ammiraglia del Biscione o semplicemente un’esigenza imposta dai palinsensti? Non è dato saperlo, ma ciò che appare lapalissiano è il ritorno in termini di share ricavato da questa programmazione. Infatti la finale del Grande Fratello è stata seguita da oltre 4 milioni e 700 mila telespettatori con share del 24 %, quella di Amici ha fatto registrare quasi il 27 % e più di 5 milioni di spettatori: dati che hanno certamente fatto sorridere i vertici Mediaset viste le oramai acclarate difficoltà delle generaliste, con la molteplice offerta di canali satellitari, pay per view e on demand, a portare a casa risultati dignitosi. Questi medesimi dati sembrano tuttavia irrisori se confrontati con quelli che le finali degli stessi programmi ottenevano negli anni scorsi.
Passino gli ascolti buoni, ma lo spettacolo offerto è stato all’altezza? Assolutamente no. Abbiamo assistito a due finali incredibilmente anonime, degna conclusione di due prodotti che quest’anno non hanno offerto certo il meglio in termini di intrattenimento.
Il Grande Fratello, tornato in onda dopo una pausa forzata di quasi due anni, ha esordito con un buon ritorno di pubblico. Molte erano le aspettative e l’interesse, puntualmente delusi già a partire dalla seconda puntata. Ormai un meccanismo morto, sgamato, con concorrenti che hanno tutti, chi più chi meno, fatto qualcosa nello spettacolo, con le solite dinamiche alla rincorsa dell’amorazzo o ai complotti di gioco, con un’iniziale coppia imbarazzante di “opininionisti senza opinioni” (Cesare Cunaccia e Manuela Arcuri ) presto sostituiti con successo da una sagace ed ironica Vladimir Luxuria (che ha risollevato in parte le sorti dello show che sembrava destinato alla chiusura anticipata), con una conduttrice (Alessia Marcuzzi) ben lontana dai tempi in cui era impossibile non riconoscerle solarità, esuberanza, genuinità e simpatia. Invece spesso appariva impacciata con scalette ai limiti dell’assurdo. Le innovazioni in questa edizione, che sbandieravano ai quattro venti come la più social mai vista sinora (infatti la produzione ha ingaggiato una vera e propria redazione web), sono stati proprio l’app Mediaset Connect e l’hashtag #GF13 su Twitter, oltre alla diretta disponibile sul sito del programma.
Dal punto di vista contenutitistico le idee più creative partorite dalla mente degli autori sono state:
il Freeze, il momento nel quale i concorrenti dovevano immobilizzarsi e assistere inermi a visite di familiari, confronti con gente inviata nella casa ed incursioni di disturbatori per le prove settimanali (sempre più rare e marginali, mentre un tempo erano momenti centrali della puntata). Poteva andar bene per una puntata o due, poi il giochino è stato riproposto in tutte le serate fino alla finale.
l’uso dei televoti in positivo e non eliminatori che, nelle ultime puntate, hanno spedito in finale (ed in cantina dove li attendeva Giovanni cui Samba aveva ceduto la finale) Modestina, Chicca e Mirco, i quali credevano di essere stati eliminati. Sempre in quest’ottica era stato fatto credere ad Angela e Samba di essere due finalisti. Un meccanismo contorto che più volte è sfuggito al controllo della Marcuzzi, incappata in qualche gaffe.
Vincitore di questa edizione è stato forse il concorrente più autentico, il contadino Mirco Petrilli, che però è stato puntualmente trasformato in macchietta attraverso gag del tutto ridicole, ripetitive e per nulla divertenti. Vincitrice morale la seconda classificata, Chicca Rocco, unico personaggio in grado di creare dinamiche e di attirarsi tanto l’amore di Giovanni quanto l’odio di quasi la totalità dei coinquilini. Unico episodio che ha svegliato di colpo i telespettatori dal torpore di una diretta infinita e piatta è stata la caduta rovinosa di Modestina, terza classificata, nel mentre andava a sedersi tra gli eliminati. E’ mancato a questa edizione persino il trash che per gli amanti dei reality è ingrediente imprenscindibile, per cui anche se si mormora che una nuova edizione si farà, una chiusura definitiva di un programma che non ha più nulla da dire, non sarebbe poi una gran perdita.
Discorso analogo per Amici, seppur con le dovute differenze. Si tratta sempre di un talent, uno dei più longevi, che assicura la presenza di ragazzi con del talento. Tuttavia al serale dell’edizione appena conclusasi sono mancati degli elementi e gli ascolti, spesso non all’altezza degli anni passati, lo testimoniano. Una giuria a cui Maria De Filippi è sicuramente affezionata, ma che andrebbe ripensata. Professori assolutamente superflui. Le polemiche dei coach fini a sé stesse, nulla rispetto ai fulmini e saette dei serali con pubblico parlante e Platinette. La scelta di Moreno come direttore artistico non è sembrata particolarmente felice: senza un grosso bagaglio artistico alle spalle ha pagato la sua inesperienza, probabilmente la sua presenza è stata dovuta più al lancio del suo nuovo album che per meriti (seppur la De Filippi ha difeso strenuamente la sua scelta dalla molteplici critiche).
Finalisti talentuosi, ma che sin dalla puntate del pomeridiano (quest’anno su Real Time) si è capito che fossero proprio loro. La storia stessa nel programma della vincitrice Deborah Iurato pare la favola del brutto anatroccolo, un talento, ma che la Di Michele criticava per la poca avvenenza: dimagrita e fornita di tacchi vertiginosi ieri sera ha trionfato, ottenendo la sua rivincita da “Ugly Betty”. La sua voce tradizionale, per quanto estremamente potente, innoverà la musica italiana o sarà una delle tante meteore di Amici finite a fare il coro all’Anno che verrà, il capodanno in piazza di Carlo Conti?
Secondi classificati i favoriti Dear Jack, una band capitanata dal frontman Alessio, idolo delle ragazzine. Premio della critica e apertura dei concerti dei Modà (a cui si ispirano molto), il loro album è in cima alle classifiche di vendita. Logico che arrivassero in finale in segno di riscatto dato che interi daytime erano costruiti sulle forti critiche mosse da Rudy Zerbi alla loro compattezza come band.
Una finale anonima, senza la necessaria tensione al cardiopalma. I duetti con gli ospiti (Elisa, Giorgia e Alessandra Amoroso) bruciati velocemente in apertura. La sala stampa lì accorsa si è rivelata totalmente edulcorata, con complimenti ai limiti dello stucchevole e pochi gli spunti critici, bloccati all’origine. Una sequenza infinita di canzoni e balletti, e poi? Tanta noia. Speriamo che Maria, a cui le idee e progetti non mancano (infatti questa estate proporrà il reality Temptation Island, che altro non è il suo Vero Amore dell’estate 2005), si inventi davvero qualcosa di nuovo per la prossima edizione in grado di restituire appeal al suo talent.