Eppure, tra una serie su ragazzini aspiranti cantanti e un cartone animato, nonostante la programmazione completamente in funzione dei più giovani, rimane un vuoto da colmare: quello riguardante i libri.
Per la fascia under 15 infatti, non esistono trasmissioni che, come Per un pugno di libri dedicata però agli studenti delle superiori, invoglino alla lettura; una mancanza da non trascurare, perché la lettura alimenta sia la curiosità che la fantasia. Di conseguenza, vi è anche un aspetto economico legato all’industria culturale: i bambini di oggi saranno i fruitori di domani, e senza questo stimolo, da grandi non solo acquisteranno meno libri o fumetti, ma andranno anche meno al cinema, alle mostre, a teatro.
Se però la tv non si cura di tale aspetto, occorre allora ripartire dal territorio. Ecco dunque che si cerca di avvicinare gli under 15, fascia solitamente snobbata anche dagli stessi editori, attraverso esperienze formative di vario genere che coinvolgono scuole, famiglie e associazioni.
Ne è un esempio la Biennale dei ragazzi, inaugurata martedì a Roma alla presenza di Lidia Ravera, scrittrice e Assessore alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio. Si tratta di un’iniziativa che, attraverso la collaborazione di un circuito di biblioteche, librerie, cinema e teatri, si propone di promuovere eventi legati al panorama editoriale. È qui che la Ravera ha definito i bambini come «piccoli infiltrati nelle famiglie che non leggono», a dimostrare l’importanza e il ruolo fondamentale che i nostri figli possono avere: difficilmente infatti, un genitore non leggerà una favola a un figlio che glielo chiede o non sbircerà il romanzo lasciato sulla scrivania della cameretta.
Naturalmente, il territorio non è solo il punto da cui ripartire, ma un aspetto fondamentale dell’intera operazione: mettere a disposizione luoghi della città come sale e teatri, equivale a regalare un’esperienza a cui, ancora una volta, un genitore parteciperà con il figlio.
Punto critico legato proprio al territorio, è invece cercare di ridurre il gap tra le tante attività delle città rispetto alle poche dei piccoli centri.
La passione per la lettura nasce in tenera età: parte dall’abitudine all’ascolto di storie, poi il passaggio diventa naturale. La passione però, deve essere accompagnata e rafforzata; in tal senso la tv può svolgere un ruolo complementare a quello di scuole e rassegne, magari proponendo serie tratte da racconti per ragazzi. I cittadini «affamati e folli» partono anche da qui.