Spesso strumentalizzati dalla tv a fini di audience, i minori fanno notizia e saltano agli onori della cronaca solo in circostanze negative ma sono molto altro.
È per questo motivo che Vincenzo Spadafora, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, ha scritto La terza Italia, «manifesto di un Paese che non si tira indietro»: perché il ruolo della testimonianza è fondamentale per stimolare i giovani.
Ecco dunque che Spadafora racconta storie vissute in prima persona: dalla Terra dei Fuochi a Roma, dal Ruanda alla Striscia di Gaza, documentando il lavoro di associazioni e volontari ad ogni latitudine. Dove non arrivano le istituzioni, sopperisce l’impegno di chi si sforza di costruire un mondo migliore, cercando, ad esempio, di sottrarre i ragazzi al fascino della camorra e della delinquenza in generale.
L’insegnamento è dunque lo stesso di Sandro Pertini: : «I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo».
La terza Italia è quella che si attiva per il cambiamento; fissare tali esperienze è il modo migliore per attestarne l’esistenza: i ragazzi hanno bisogno di sapere che c’è chi investe su di loro.
A conferma dell’importanza di questa tesi, la presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso alla presentazione del libro.
Grasso ha osservato che, in base alla sua esperienza, ad avere maggior presa sui più giovani è proprio chi è in grado di condividere con loro un vissuto. Sono queste figure che possono divenire il fulcro di un’aggregazione giovanile in risposta all’individualismo contemporaneo: se è vero che il Paese ha bisogno di una rivoluzione etica, allora è da qui che si deve partire.
Basti pensare all’antimafia. Ai tempi in cui era procuratore a Palermo, alcuni ragazzi si erano ribellati alla famiglia mafiosa, qualcuno scappando da casa: un risultato frutto dell’educazione alla legalità e delle relative iniziative. Ora sono loro la terza Italia, perché non hanno rimandato né delegato il problema. Ed è su di loro che il piccolo schermo e i mass media dovrebbero puntare i riflettori.
Alcune settimane fa, a Domenica In, Spadafora aveva dichiarato che in Italia ci sono due milioni di bambini e adolescenti che vivono in povertà e che, di conseguenza, non hanno prospettive per il futuro visto che oggi la povertà si eredita, sia economica che culturale. Sono soprattutto loro a dover rendere possibile un Paese diverso dagli stereotipi negativi cavalcati dalla tv.