Dice Brignano:“la tv è avara di spazi per il cinema ed il teatro. Ci diciamo un Paese di poeti, artisti e cantanti, ma in tv il Premio del cinema sembra poter essere presentato solo da Tullio Solenghi. Siamo amici, gli voglio bene, ma non c’è solo lui, che ormai ripete sempre gli stessi aneddoti! Siamo il Paese dei sogni? Proviamo a giocare con quelli. Che senso ha la vita senza i film e senza palcoscenico, oppressi come siamo dall’Imu e dalle altre tasse?” Enrico Brignano vorrebbe che la tv promuovesse maggiormente il cinema ed il teatro, quella tv a cui deve tanto perché è lì che è cominciata la sua carriera.
Cresciuto all’Accademia per giovani comici creata da Gigi Proietti, partecipa come comico e barzellettiere alla prima edizione del programma “La sai l’ultima?”, in onda su Canale 5. La sua notorietà esplode interpretando Giacinto di “Un medico in famiglia”. Ed in tv torna da protagonista, con “Pyramid” e “Zelig”, o da guest star, con “I Cesaroni 5”, “Scherzi a parte” e “Amici di Maria De Filippi” (sabato 28 aprile 2012 ha fatto parte della giuria speciale nel talent show e, grazie al successo ottenuto dal suo primo monologo, è presente nel programma in tutte le serate successive in veste di comico).
Ma è il cinema ad averlo protagonista in questi giorni: l’11 aprile esce in 280 copie distribuite dalla Moviemax Media Group il film “Ci vediamo domani”, prodotto dal figlio di Bud Spencer, Giuseppe Pedersoli, e sceneggiato da Paolo Rossi ed Andrea Zaccariello, che con questa pellicola debutta alla regia. Dai primi film degli anni Novanta – “Ambrogio” di Wilma Labate, “Miracolo italiano” di Enrico Oldoini ed “In barca a vela contromano” di Stefano Reali – agli ultimi – “Faccio un salto all’Avana” di Dario Baldi ed “Ex Amici come prima!” di Carlo Vanzina – Brignano è cresciuto ed il regista Zaccariello dice di lui: “In ‘Ci vediamo domani’ si vede distintamente che è un signor attore”. “Sono presente nel 98 per cento dei frame – afferma Enrico -. E’ stato un film impegnativo per questo, ma anche perché tocca corde delicate, è un viaggio nei sentimenti”. La pellicola è una sorta di black comedy che affronta temi universali come la vita, la morte, la famiglia e l’amicizia, “apparentemente semplici, ma complicati” osserva Brignano che continua: “In Italia la morte è un po’ un tabù. Anche se il rapporto di ognuno di noi con essa è quotidiano, abbiamo una grande incapacità di relazionarci con essa in modo giusto”. E ricorda: “Non è stato facile per me girare questo film, visto che l’ultima volta che avevo visto una bara era quella di mio padre”. Era l’agosto del 2011, e si trovava a Termoli per la tappa della tournée dello spettacolo “Sono romano ma non è colpa mia”, quando suo padre è scomparso. Ed in seguito a questa perdita cambia il titolo dello show successivo: “Le bugie hanno le gambe aperte” diventa “Tutto suo padre”.
In “Ci vediamo domani” Brignano interpreta Marcello Santilli, un quarantenne irrequieto attratto dalla facile ricchezza dei “Gratta e Vinci”. “Lo Stato – dichiara Enrico – mette in guardia dicendo di ‘giocare con moderazione’, ma si ferma lì, non quantifica questa ‘moderazione’, e molti perdono tutto giocando”. Santilli perde il ristorante per un accordo scellerato stipulato in nero con un egiziano. Ridotto sul lastrico, lasciato dalla moglie Flavia (Francesca Inaudi) e persa la stima della figlia undicenne Melania (Giulia Salerno, contenta di aver lavorato con Brignano: “Sul set – dice la piccola attrice – faceva ridere tutti!”), va in Puglia perché scopre un paesino (ricostruito nella Masseria Lupoli, nell’agro di Crispiano) dove abitano tantissimi vecchietti (“Abbiamo
scelto gli anziani in loco – ricorda Pedersoli -. Senza nulla togliere agli attori, le persone presentatesi al casting sono davvero in gamba”) e vuole tentare il business delle pompe funebri. Si fa prestare i soldi dal direttore della banca Gabriele Camicioli (Ricky Tognazzi) e trasforma in agenzia funebre la stalla di un vecchietto di origini americane (Burt Young, il Paulie Pennino dei film “Rocky”), impegnando la casa della nonna (Liliana Vallasciani), che si è presa cura di lui quando ha perso i genitori.
Ma il business non va come immaginava. I vecchietti, in buona salute, gli chiedono ogni sorta di favore e Santilli si trasforma in una sorta di badante di gruppo e sta per perdere tutto. Il direttore di banca, diventato il compagno della sua ex moglie, sta per procedere contro di lui. La nonna muore e, sconvolto e pieno di debiti, assiste all’unico funerale a cui non avrebbe mai voluto partecipare. Torna nel paesino dai vecchietti divenuti ormai suoi nonni acquisiti ed una lettera gli dà la forza di un futuro “pieno di speranza – dice Brignano -. Si spera in un domani dove chi sbaglia paga e in un Paese dove si va avanti per meritocrazia”. In proposito c’è l’amarezza di Francesca Inaudi sull’oggi: “Oggi quello che ci viene sottratto sono i sogni, per i quali si va avanti anche con niente”. Ma in “Ci vediamo domani” quel giro per Roma di Santilli sul carro funebre con la
moglie e la figlia è un finale aperto. “Nel film – osserva Zaccariello – tutto cambia per non cambiare”.