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Si tratta dell’analisi del filosofo Slavoj Žižek, che esplora e racconta le grandi pellicole attraverso lo strumento della psicanalisi, così da sverlarne i significati più nascosti, perché «il cinema è l’arte perversa per eccellenza: non ti dà quello che desideri, ti insegna a desiderare», sostiene Žižek. Ecco dunque che quello che scorre sotto i nostri occhi è in realtà il nostro inconscio, materializzato dai registi e portato sullo schermo per una visione collettiva.
Fantasia, realtà, sessualità, soggettività, forma e desiderio si trasformano in linguaggio cinematografico: il subconscio della natura umana diviene pellicola, e Slavoj Žižek, intellettuale sloveno di fama internazionale, ce lo spiega alla sua provocatoria maniera.
A presentare e commentare, il giornalista e critico cinematografico Tatti Sanguineti, voce del filosofo.
Molti i registi su cui riflettere: Hitchcock, Tarkovsky, Haneke, Bergman e Lynch; Solaris , Gli Uccelli e Vertigo sono solo alcuni dei titoli presi in esame. Si inizia questa sera proprio con Gli Uccelli di Hitchcock, punto di partenza per arrivare a parlare dell’ inconscio e del suo funzionamento.
Nell’appuntamento di giovedì prossimo invece, il 12 giugno, Žižek si occuperà del ruolo della fantasia nelle relazioni sessuali, mentre il 19 sarà l’illusione l’argomento principale. Secondo il filoso e psicanalista infatti, l’illusione è la base stessa del cinema, ed è su di essa che poggia il godimento dello spettatore: la conclusione cui si giungerà è che, paradossalmente, vi sia un aspetto molto reale.
Al termine delle tre puntate del documentario quindi, Žižek arriverà ad affermare che i grandi registi svolgono un ruolo sociale di primaria importanza, in quanto, portandole sullo schermo, ci consentono di confrontarci con dimensioni che altrimenti non saremmo in grado di affrontare. Una funzione catartica, oseremmo dire o, per spiegarlo con le parole della regista Sophie Fiennes « ci aiuta in qualche modo a credere di essere capaci di sopportare la realtà e così ci aiuta a controllare l’ansia. Ci dà una sorta di coraggio olandese, una specie di falsa credenza di essere capaci di tenere la situazione sotto controllo».
L’appello finale è dunque rivolto al pubblico: il cinema non è semplicemente un’arte, ma un’arte essenziale del nostro vissuto.
Guida perversa al Cinema si preannuncia come un prodotto di alto profilo culturale, un punto di vista nuovo e insolito: non rimane perciò che sintonizzarci sul canale 50 del digitale terrestre (139 di Sky).