L’interessante inchiesta spazierà a 360 gradi sul protagonista e mostrerà Dracula come un divo nel mondo dell’ignoto, né morto, né vivo. Un personaggio crudele, ma anche romantico, assetato di sangue umano, prigioniero dello spazio intermedio di un tempo senza fine. Partendo da queste caratteristiche si percorre la storia di un successo che ancora oggi continua e si è perpetuato addirittura in molte serie tv, tra cui The Vampire diaries.
Dracula, il conte transilvano nato dalla penna di Bram Stoker è il più amato tra i “mostri” dell’immaginario letterario di tutti i tempi. La puntata di Rai Storia del 16 aprile lo introdurrà proprio sotto questo aspetto, mostrando come, dal mondo letterario, è approdato a quello cinematografico.
Il cinema se ne appropria fin dagli albori. Già nel 1922 Friedrich Murnau gli regala il primo volto spettrale in attesa che Hollywood, con l’indimenticabile Bela Lugosi, lo consacri definitivamente, come mito dell’horror, il conte oscuro e terribile che di notte esce dal suo sepolcro per terrorizzare i vivi. Nella puntata di Rai Storia, Massimo Introvigne, studioso delle religioni afferma: “ La storia di Dracula è tipica del mondo protestante e ortodosso: Germania e Paesi baltici. Mondi dove non esiste il purgatorio, quale terreno di mezzo.”
Gran parte del fascino di Dracula sulle generazioni dei fan risiede in una constatazione generale: la paura dell’ignoto e il mistero del vampiro, elementi destinati, nel corso dei decenni, a scatenare una vera e propria mania.
A Dracula non hanno resistito maestri del cinema come Herzog, Polanski, Coppola, solo per fare qualche nome. E il nostro Dario Argento con il suo Dracula in 3D è l’ultimo a celebrarlo con l’aiuto della più avanzata tecnologia : “ “Mi sono ispirato al libro di Stoker”, racconta il regista, “ma l’ho tradito dando una mia interpretazione. Per me erano importanti le creature in cui si trasformava..”
Arrivati agli ultimi anni, ci accorgiamo che, con l’aspetto non più mostruoso, e senza più essere necessariamente, l’oscuro principe della notte, il vampiro ha continuato a sbancare i botteghini. La saga di Twilight è successo planetario. Il vampiro “innamorato” non suscita più terrore e paura, ma diventa il mito romantico dei teenager, addirittura l’eroe buono. “In fondo”, afferma Ada Neiger sociologa della letteratura, “il vampiro è un archetipo, qualcosa di innato che si trova dentro ognuno di noi. Noi abbiamo gli stessi bisogni e gli stessi desideri dei vampiri, vogliamo affascinare…”.
Se ancora oggi il mito sussiste significa che, come dice il giornalista e critico letterario Pietro Dorfles, “abbiamo ancora bisogno di sapere che chi è diverso da noi non è necessariamente peggio di noi”.