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L’obiettivo è di documentare l’impegno contro la mafia attraverso la disperazione e il coraggio di quelle madri, figlie, sorelle e vedove che sono state colpite in prima persona perchè hanno visto i loro cari morire ammazzati. Donne che non si sono rassegnate, non hanno taciuto. Al contrario: hanno rotto l’omertà, hanno denunciato, testimoniato, rischiato la loro stessa vita.
In Donne e coraggio, voci contro la mafia verranno raccontate cinque storie di amore, dolore, orgoglio e desiderio di giustizia. A partire dalla vicenda di Michela Buscemi, figura simbolo della lotta contro la criminalità organizzata, che al maxiprocesso di Palermo fa nomi e cognomi degli assassini dei suoi fratelli.
Il programma fa, poi un passo indietro nel tempo per raccontare la vicenda di Francesca Serio, madre del sindacalista Salvatore Carnevale ucciso nel 1955 a causa delle sue battaglie contro il latifondo. Una storia accaduta molto tempo fa ma che è il simbolo del grande impegno contro la criminalità organizzata. Segue quella di Serafina Battaglia, donna di mafia, che si presenta con la testa coperta da uno scialle nero. Una vedova capace anche di accettare l’assassinio del marito, ma non quello del figlio. Ma si parla anche di Felicia Impastato, moglie di un mafioso legato a Tano Badalamenti, il responsabile dell’assassinio di suo figlio Peppino avvenuto il 9 maggio 1978, proprio lo stesso giorno in cui viene ritrovato il cadavere di Aldo Moro.
Verrà ricordata anche la giovanissima Rita Atria, che diventa testimone di giustizia dopo la morte del fratello e che si fida ciecamente di un giudice, Paolo Borsellino. Quando anche questi viene trucidato dalla mafia lei, travolta dal dolore e dalla disperazione, si uccide buttandosi dalla finestra della casa di Roma, dove viveva nascosta nell’ambito di un programma di protezione. Una stortia che fece scalpore e destò la commozione di tutti.
Anche in questa puntata ci saranno gli interventi e l’editoriale di Paolo Mieli.