La legge prevede che venga corrisposto a tutti i parlamentari non più rieletti o che hanno deciso di non ricandidarsi, un assegno di solidarietà (o assegno di fine mandato). Una vera e propria liquidazione che deve venire versata a circa 600 ex onorevoli ed è pari all’80 per cento dell’importo mensile lordo dell’indennità, moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo. Si tratta di una somma che corrisponde a decine di migliaia di euro. La Iena Filippo Roma chiede ad alcuni ex onorevoli se sono disposti o meno a rinunciare all’assegno di solidarietà.
Ecco uno stralcio delle dichiarazioni rilasciate da alcuni ex onorevoli:
Walter Veltroni: “Questo assegno l’hanno preso tutte le generazioni di parlamentari, una dopo l’altra, non voglio fare il primo della classe ma io ho deciso di fare delle cose che farò”
Filippo Roma: “Quindi lei rinuncerà a questi soldi e li devolverà per qualcosa di pubblica utilità?”
Veltroni: “Sì”
Italo Bocchino: “Non me l’hanno dato. Quando me lo danno, faccio una riflessione e glielo dico”
Francesco Rutelli: “Non ti rispondo oggi. È la mia vita, non è la tua”
Giulia Bongiorno: “Ho finito adesso un’arringa e ho da fare. Sto correndo ad un interrogatorio, ci vediamo tra un po’”
Livia Turco: “Non so nulla perché non sono ancora stata convocata. Sono soldi messi da parte che io utilizzerò per aiutare la mia famiglia. Siccome sono soldi da me versati penso che come ogni lavoratore ho diritto ad averli. Non so quant’è, li utilizzerò per aiutare la mia famiglia e non mi vergogno.”
Francesco Barbato: “Quell’assegno viene già utilizzato per il movimento dei cittadini, deve servire proprio per la sede, le attività che ci sono, per le persone che sono lì, la rete, il sistema informatico, internet…Ho messo l’assegno a disposizione dei cittadini.”
E balzata agli onori della cronaca la notizia di quattro reporter italiani rapiti e liberati in queste ore nel nord della Siria, attualmente tra i paesi più pericolosi al mondo. Pablo Trincia realizza un coraggioso reportage sulla guerra civile in Siria e si reca ad Aleppo, città devastata dai bombardamenti, dove ancora si combatte. La Iena racconta una città assediata da cecchini e guerriglieri, documenta gli scontri e intervista sul fronte alcuni ribelli.
È di pochi giorni fa la notizia dell’ordinanza con la quale viene disposto lo sgombero di un centinaio di moduli abitativi provvisori (map) entro lunedì 15 aprile. Gli alloggi riguardano il complesso di Cansatessa-San Vittorio e una parte di quelli che si trovano nei villaggi di Arischia e Tempera. Questo perché le strutture non sembrerebbero sicure per l’incolumità degli assegnatari dei map. La Iena Giulio Golia si è recata, quindi, sul posto ed ha documentato il disagio e la disperazione delle persone che si vedono costrette ad abbandonare le dimore che li ospitano da quattro anni, dal terremoto dell’aprile 2009.
Luigi Pelazza si occupa dell’Afor, l’Azienda Forestale della Regione Calabria. In tutta la Calabria operano circa 6.000 forestali. La Iena si reca, in particolare, nei comuni di Africo e Samo; qui vengono monitorati diversi punti di ritrovo da dove, poi, i forestali dovrebbero partire verso altre destinazioni per svolgere i loro compiti, che prevedono, tra le altre cose, la deforestazione, la pulizia dei boschi, i controlli e le procedure antincendio nei periodi estivi etc. In realtà, viene mostrato come alcuni lavoratori, dopo essersi incontrati, permangano in questi punti di ritrovo per diverse ore, limitandosi a bere, mangiare e giocare a carte. Luigi Pelazza chiede spiegazioni al responsabile provinciale Afor, che, però, non risponde.