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E nella sua ricetta è contenuto questo essenziale “comandamento”: fare sette respiri al minuto contro la guerra. Ospite del Giffoni Experience, il 65enne attore nato a Filadelfia, si presenta con un sorriso, una camicia bianca e tanta affabilità al punto che saluta fotografi e giornalisti uno a uno. Comportamento molto lontano dalla filosofia spesso troppo saccente degli attori di casa nostra. Esordisce con un pensiero al festival: “sono onorato di essere ospite di un festival in cui si cerca di mettere in relazione i ragazzi di tutto il mondo. Tutto questo avrà in futuro un impatto positivo per l’intero pianeta”.
Sul suo rapporto con la mecca cinematografica di Hollywood, dice: “Tutti pensano che Hollywood sia un mostro vorace ma è solo un posto dove si realizzano i film. Non dobbiamo venire a patti con Hollywood, dobbiamo fare purtroppo di peggio: venire a patti con i nostri demoni personali”.
A proposito dell’ultimo film che ha interpretato, “Time out of mind”, in cui recita il ruolo di un homeless anticipa: “il film andrà al festival di Toronto e poi spero arrivi anche al festival di Roma. E svela: “la sceneggiatura originale è stata scritta 25 anni fa. Da allora possono essere cambiati dettagli ma i problemi interiori di quel mondo sono sempre gli stessi. Avevo avuto contatti con un’unica associazione di New York che si occupa della cura e dei diritti di queste persone, New York è l’unica città al mondo dove per legge ogni persona deve avere un posto dove dormire la notte, gli deve essere dato un letto. Nel film abbiamo voluto rappresentare il processo di transizione per diventare homeless e tutta la burocrazia che ne consegue”.
Sulle sue abitudini alimentari: “Non sono vegetariano, consumo pesce, ogni tanto pollo, non mangio carne rossa. Penso che alla fine arriverò al punto da non mangiare del tutto prodotti di origine animale. Avevo un amico che stava per avere un figlio ed era studente del Dalai Lama. Gli chiese qual era l’insegnamento migliore che avrebbe potuto dare al bimbo. Il Dalai Lama rispose: “insegnagli a rispettare la vita di ogni insetto, anche l’insetto ha una famiglia intorno, cerca di sopravvivere ogni giorno. Gli insetti sono gli animali meno gradevoli, se riesci ad insegnargli questo gli hai insegnato tutto”.
Richard Gere esprime la sua opinione anche sulle tensioni internazionali e i venti di guerra: “Ricordo molti anni fa l’insegnamento di un mio maestro giapponese zen: diceva che non prendeva una decisione finchè non riusciva ad abbassare il numero di respiri a sette in un minuto. Con questo esercizio era in grado di controllare l’emotività e l’impulsività. Abbassare il numero dei respiri significa non reagire subito, non rimanere sulla superficie, andare più giù nella coscienza fino al punto di acquisire una razionalità più forte per capire che siamo tutt’uno con il resto dell’umanità. Non mi fido dei politici che reagiscono subito. E sono convinto che essere gentili è il punto di partenza”.
Per quanto riguarda la scelta dei film che interpreta ha le idee chiare: “Non ho mai scelto una parte che non contenesse una motivazione per me importante. Ma ho fatto anche scelte sbagliate”.