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Il repubblicano e il democratico. Il fiero uomo di destra di modeste origini e il ricco, bello e potente rampollo di una famiglia borghese.
Entrambi entrano in politica nel secondo dopoguerra, entrambi scalano le vette del potere militando in opposti schieramenti durante gli anni intensi della “caccia alle streghe”.
Fino a che si ritrovano l’uno di fronte all’altro, il 26 settembre del 1960, in uno studio della CBS di Chicago. È uno storico faccia a faccia, il primo dibattito televisivo per le elezioni presidenziali. I due sfidanti concorrono per la Casa Bianca e l’America intera assiste al serrato confronto.
Il vincitore, Kennedy, abbandonerà prematuramente la scena politica nel novembre del 1963, ucciso dai colpi mortali sparati a Dallas, mentre Nixon cavalcherà la sua rimonta, dopo una eclissi quasi decennale, per ben due mandati. Fino a che verrà travolto dallo scandalo Watergate e costretto alle dimissioni.
La lotta per il potere, la brama di successo, il mondo di Washington sullo sfondo della guerra fredda e degli anni drammatici del Vietnam.
Nella puntata, come al solito, sono previsti gli interventi di Paolo Mieli.
Vi riproponiamo il contenuto della scorsa puntata sulla battaglia del grano, la prima grande campagna del fascismo. Una mobilitazione di massa condotta con moderni mezzi di propaganda. Poi le bonifiche. In pochi anni sorgono Littoria, la prima delle città pontine riscattate alla palude, Pontinia, Aprilia e Pomezia.
Ma Mussolini vuole anche nuove strade, nuove città, nuovi edifici. Vuole svecchiare, lasciare una traccia nella storia. A qualunque costo. Anche a costo di costringere ad un esodo forzato migliaia di persone. Anche a costo di sfollare e costringere a vivere nelle baracche interi quartieri. Soprattutto nella capitale: dopo la Roma antica e la Roma cristiana, deve infatti nascere una terza Roma: quella del fascismo. Sorgono allora Via della Conciliazione, l’università La Sapienza, Via dei Fori Imperiali, il Foro Italico e Cinecittà.
Il duce lascerà i suoi segni anche in altre parti d’Italia, a Como per esempio, dove sorge una nuova e moderna Casa del Fascio.
Il fascismo è una casa di vetro diceva Mussolini. E questo edificio sembra dare corpo alla metafora del duce.