{module Banner sotto articoli}
Deve essere iniziato tutto per gioco, come hanno più volte sottolineato i partecipanti. Giovani, magari senza grandi possibilità economiche, hanno intravisto nella presenza al docu-reality, la doppia possibilità di trascorrere un lungo periodo di vacanza gratuito e di essere persino retribuiti per far parte del programma. Elementi che fanno leva sulla precarietà professionale di un universo giovanile alla ricerca di una collocazione e stimolano il desiderio di facile visibilità. Partecipare ad un reality, infatti, equivale ad essere etichettati come personaggi di quel medesimo reality (come il conduttore Filippo Bisciglia, ex GF6) e promette una iniziale visibilità che si tramuta, il più delle volte, in ospitate in discoteche e trasmissioni televisive. Il tutto ovviamente retribuito.
Con queste speranze e con il desiderio di “divertirsi” le cinque coppie hanno deciso di far parte di Temptation island. Ignari delle conseguenze che i 21 giorni di vacanza separati dai propri partner avrebbero potuto avere. E su questo elemento sorpresa ha giocato subdolamente il meccanismo di Temptation island. I continui filmati sul comportamento dei propri partner mostrati ai fidanzati e alle fidanzate, il montaggio finalizzato ad evidenziare determinate situazioni, hanno influito sulla psiche dei partecipanti, suscitando gelosie, rabbia, stizza, delusione, voglia di vendicarsi.
Sentimenti che, nell’animo di ragazzi di vent’anni o poco più, assumono proporzioni abnormi determinando reazioni altrettanto abnormi. Si sono logorate, in questo modo, le coppie che sono uscite “sfasciate” da Temptation island. Ammesso, naturalmente, che tutto quanto i telespettatori hanno visto corrisponda alla realtà e non sia stato costruito da una sceneggiatura scritta a tavolino.
La sensazione, dopo le quattro puntate di questa prima edizione, è di grande delusione. Si auspica una televisione rinnovata all’insegna di valori perduti quali la famiglia e il rapporto di coppia, e ci si trova dinanzi un programma disfattista che incita al tradimento. Si tenta di realizzare una tv educativa nel rispetto dei giovani e delle loro speranze nel futuro e, invece, li si manda allo sbaraglio per i consueti fini: conquistare audience giocando sui loro sentimenti.
Ci auguriamo che si possa fare un passo indietro riflettendo sulle conseguenze che situazioni, come quelle descritte in Temptation island, possono avere sulla fragile psicologia e sulla emotività dei giovanissimi. Perchè è proprio questa la categoria di pubblico che ha seguito con maggiore attenzione il docu-reality.
Per la cronaca, l’ultima puntata ha raccolto davanti al video 3.263.000 spettatori pari al 17.73% di share (in 2.566.000 con il 24.08% hanno seguito la Buonanotte).