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“Ricostruzioni fantasiose e offensive“. Con queste parole, Serena Bortone inizia la puntata di sabato 20 aprile di Chesarà, rispondendo e, in qualche modo smentendo, la versione della Rai per la quale l’ospitata di Scurati è saltata a causa di motivazioni economiche.
Chesarà 20 aprile, le parole di Serena Bortone
La puntata di Chesarà del 20 aprile inizia con un’inquadratura in primo piano su Serena Bortone. La conduttrice, visibilmente infastidita, afferma: “Buonasera e bentrovati. Come molti di voi sapranno, essendo la notizia su tutti i siti, era previsto un monologo sul 25 aprile di Antonio Scurati. Tale monologo, però, non ci sarà“.
Bortone continua: “Ieri sera, per puro caso, ho scoperto casualmente che il contratto di Scurati era stato annullato. Pur passando l’intera serata a mandare messaggi ed email, non ho ricevuto alcuna spiegazione. Di conseguenza, questa mattina ho chiamato Scurati per dirgli quello che è successo. Ho letto ricostruzioni fantasiose ed offensive, qualche giornale ha scritto addirittura che ci sarebbe stata una questione di soldi. La reazione di Scurati è stata quella di regalarmi il testo che aveva scritto per noi“.
La conduttrice ha letto in maniera integrale il monolo
La puntata di Chesarà del 20 aprile è proseguita con Serena Bortone che, da sola nel centro dello studio, ha letto in maniera integrale il monologo scritto da Antonio Scurati. Un discorso, questo, nel quale è ricostruito il delitto Matteotti e si afferma: “Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via“. Il monologo scritto da Scurati e letto da Bortone termina in questo modo: “Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana“.
Chesarà 20 aprile, l’oggetto della puntata è il Dissenso
La puntata di Chesarà del 20 aprile, incentrata sul concetto di Dissenso, è proseguita con un’intervista a Maurizio Landini, Segretario generale della CGIL. Il sindacalista, nel faccia a faccia con la conduttrice, ha apertamente parlato di “censura da parte della Rai“. Nella seconda parte del programma, la padrona di casa ha avviato un talk con vari ospiti, fra cui Incoronata Boccia, Vicedirettrice del TG1. Quest’ultima non ha nascosto la sua contrarietà al monologo scritto da Scurati, accusato dalla giornalista di “aver scritto il falso“. Durante la discussione, interrogata in merito, Bortone ha tenuto a sottolineare ancora una volta di non aver ricevuto nessuna spiegazione ufficiale da parte della Rai, nonostante i tanti tentativi di chiarimenti di ieri. Inoltre, la conduttrice ha letto il post che ha scritto sui social la Premier Giorgia Meloni, che ha negato l’esistenza di qualsiasi tipologia di censura.
Chesarà 20 aprile, il testo integrale di Antonio Scurati
Questo il testo integrale del monologo che Antonio Scurati avrebbe dovuto leggere durante Chesarà del 20 aprile.
“Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro. Mussolini fu immediatamente informato.
Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania. In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.
Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.
Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023). Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.