L’esplosione dell’ordigno a bordo dell’espresso Roma-Brennero causò la morte di 12 persone e il ferimento di 50 passeggeri del treno. All’epoca, l’evento fece enorme impressione sull’opinione pubblica e sui mass media.
Nel filmato che trasmetterà Rai Storia, verrà ripercorsa tutta la drammatica vicenda. Oltre al materiale di repertorio e ai notiziari dell’epoca, ci saranno i filmati inediti che contribuiranno a ricostruire quella giornata di morte; verrà riproposto inoltre il procedimento giudiziario nei confronti di Ordine Nuovo, l’organizzazione che rivendicò la strage. Sono previste infine anche interviste ad alcuni dei sopravvissuti alla strage, che racconteranno la propria esperienza e come sono riusciti a sopravvivere alla deflagrazione.
{module Google richiamo interno} In una di queste interviste parla Franco Sirotti, che ha perso il fratello Silver; l’intervista è stata registrata nel corso della mostra Una quotidianità interrotta. Ritratti di vittime del terrorismo. Sirotti racconta ai telespettatori che nella notte del 4 agosto 1974 il ragazzo era in servizio presso la stazione di San Benedetto Val di Sambro. Silver non rimase indifferente davanti alla tragedia che stava avvenendo; appena sentito il boato dell’esplosione infatti, si introdusse tra le lamiere roventi del treno nel tentativo disperato di salvare i passeggeri. Questi, rimasti intrappolati, urlavano chiedendo aiuto, per fare in modo che qualcuno si accorgesse di loro. Purtroppo però, il gesto eroico del 25enne Silver non ottenne nessun risultato; anzi, lui stesso rimase a sua volta incastrato tra i resti dello scoppio, diventando così l’ultima vittima di quella terribile carneficina.
Il treno, partito da Roma, era diretto a Monaco di Baviera; tra i passeggeri vi sarebbe dovuto essere anche Aldo Moro, che per un impegno istituzionale improvviso si trovò costretto a rimandare la partenza.
Nonostante l’attentato terroristico fosse stato ricondotto a gruppi neofascisti della destra aretina, di fatto non si è giunti ad alcuna condanna: dopo un lungo iter processuale e l’apposizione del segreto di Stato per due volte, i tre principali imputati (Mario Tuti, Luciano Franci, Piero Malentacchi) vennero assolti definitvamente in Cassazione nel 1993. Durante il procedimento giudiziario però, emersero legami con la P2, che quei gruppi di estrema destra sembrava averli finanziati economicamente.
Nel volantino distribuito dai responsabili in seguito alla strage, si leggeva “Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare […] seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti”.