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La corruzione fu scoperta già da Giacomo Matteotti: traffici di tangenti per l’apertura di nuovi casinò, speculazioni edilizie, di ferrovie, di armi. Affari in cui è coinvolto il futuro Duce attraverso suo fratello Arnaldo. E poi c’è l’affare Sinclair Oil: l’azienda americana pur di ottenere il contratto di ricerche petrolifere in esclusiva sul suolo italiano paga tangenti a membri del governo e ad Arnaldo, per oltre 30 milioni di lire.
Matteotti lo scopre ma il 10 giugno 1924 viene rapito da una squadraccia fascista e ucciso.
Messo a tacere il deputato socialista, di questa corruzione dilagante gli italiani non devono sapere.
Speculazioni, truffe, arricchimenti improvvisi, carriere inspiegabili: gerarchi, generali, la figlia Edda e il genero Galeazzo Ciano e Mussolini stesso. Nessuno rimane immune
I documenti, scoperti e mostrati da storici di assoluto valore come Mauro Canali, Mimmo Franzinelli, Lorenzo Benadusi, Francesco Perfetti, Lorenzo Santoro presso l’Archivio Centrale dello Stato, sono prove che inchiodano il fascismo alla verità.
Non solo soldi: questa sera si racconta anche il sesso.
Dossier, lettere, minacce, accuse vere e false oscenità, inganni, arresti, ricatti.
Un ventennio di ricatti. Gerarca contro Gerarca, amante contro amante, e l’accusa di omosessualità come arma politica. E Mussolini fa spiare, controlla, punisce, muove le sue pedine.
E poi Mussolini padre. I figli. Quelli veri, i presunti, i legittimi, gli illegittimi, i riconosciuti, gli abbandonati. Quelli lasciati morire.
Mussolini e le donne. Dalle centinaia di fugaci rapporti nell’anticamera di Palazzo Venezia alla relazione semisconosciuta con Maria José, moglie di Umberto di Savoia, fino a quella con la giovanissima Fiammetta, figlia della sua amante Margherita Sarfatti.
E poi Claretta. I pianti, le sfuriate, i perdoni. Tutto trascritto da solerti funzionari, dossier oggi ritrovati in fascicoli polverosi.
Infine La Grande Storia racconterà un’altra vicenda oscura: gli attentati.
Colpi di pistola, fucilate, bombe, panciotti esplosivi. Saranno decine gli attentati al Duce. Molti portati a segno, moltissimi tentati, ancor di più quelli prevenuti.
Ma chi furono gli attentatori?
Maschi e femmine. Giovani e adulti. Italiani e non italiani. Alcuni arrivati dall’estero.
Zaniboni, Gibson, Lucetti, Schirru, Bovone, Sbardellotto. Antifascisti ma non solo.
Come nell’enigmatico attentato di Bologna. E’ credibile, come attestano alcuni recenti documenti, che alcuni ras come Farinacci volessero togliere di mezzo Mussolini, reo di aver tradito la “rivoluzione fascista”?
Incongruenze, indagini sbrigative, strane connivenze, imbarazzanti rapporti di polizia secretati, punti oscuri di una storia tutta da esplorare.