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Attraverso il cosiddetto “socialismo con caratteristiche cinesi”, è stato il fautore dell’apertura della Cina maoista a teorie economiche più liberali e di mercato e di un riavvicinamento al mondo occidentale. Primo leader della Cina Popolare a incontrare, nel 1979, un presidente americano, è l’artefice di un’apertura politica, che permette al colosso asiatico, di essere riconosciuto dall’ONU come unico e legittimo rappresentante della Cina. Xiaoping viene anche ricordato per il pugno di ferro con il quale, nel 1989, soffoca nel sangue le proteste studentesche a Piazza Tien An Men. Muore nel 1997.
Il secondo degli approfondimenti riguarda il 22 agosto 1791 quando, guidati inizialmente da un sacerdote voodoo, gli schiavi di Cap Français, nella parte francese di Santo Domingo, si ribellano ai loro padroni. La rivolta si diffonde rapidamente e presto trova un leader nell’ex schiavo Francois Dominique Toussaint, detto Toussaint L’Overture. Sotto il suo comando i ribelli riescono a sconfiggere più volte l’esercito coloniale francese, salvo poi unirsi a quest’ultimo, nel 1794, quando il governo rivoluzionario francese abolisce la schiavitù, per combattere le truppe di invasione britanniche e spagnole.
{module Google richiamo interno} Alle 16.30 va in onda Giochi di guerra: l’uomo che li fermò. Protagonista del documentario di Dariusz Jabłoński è Ryszard Kuklinski, nome in codice: Jack Strong, colonnello del quartier generale dell’esercito polacco negli anni ‘70. Questa è la storia dell’uomo che gli storici considerano la più importante spia che si sia mai avuta durante la Guerra Fredda.
Alle 20.50 Il tempo e la storia “Re Vittorio Emanuele III e Mussolini : i due cari nemici”
- 21.30 Costruendo la prima guerra mondiale Alla vigilia della Grande Guerra si vive un’atmosfera di grande tensione tra i vari Stati europei. I contrasti ideologici, politico-sociali ed economici sono molto forti e portano inesorabilmente allo scoppio del conflitto.
L’Italia vuole Trento e Trieste, la Serbia vuole unificare tutti gli Slavi del Sud, staccando dall’Austria la Croazia, la Slovenia, la Bosnia e l’Erzegovina.
L’assassinio di Francesco Giuseppe, erede al trono d’Austria, è solamente la goccia che fa traboccare il vaso per dare inizio alle ostilità.
h.21.30 va in onda Diario civile Con il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti
Titolo della puntata “Nel tunnel della ‘ndragheta”
L’inchiesta di Giuseppe Marrazzo va a scavare negli affari della ‘ndrangheta e nell’omertà del triangolo San Luca-Platì-Africo per capire anche come mai quella calabrese sia stata sempre una mafia sommersa, parentale e che dunque più difficilmente riesce a dare pentiti e collaboratori. Marrazzo racconta in due diversi reportage, realizzati nel 1977 e nel 1981, in piena faida, una realtà di povertà in cui lo Stato è assente e le persone si arrangiano da sole, spesso nell’illegalità più diffusa. “E’ un viaggio nella Calabria di quegli anni aggredita dalla ‘ndrangheta – dice Franco Roberti introducendo la puntata di Diario Civile –, preludio di una terra che ancora oggi non riesce a liberarsi dall’oppressione delle cosche nonostante l’impegno dello Stato. L’organizzazione criminale calabrese è considerata, anche a livello europeo, una delle più pericolose del mondo; muove masse finanziarie illecite spaventose, solo per i traffici di droga si calcola abbia un fatturato di oltre 50 miliardi di euro l’anno. E’ un’organizzazione diversa dalle altre, si basa su un’affiliazione di tipo familiare ed evita manifestazioni eclatanti per non attirare l’attenzione dello Stato. Non è un caso infatti – sottolinea il Procuratore Nazionale Antimafia – che molti riflettori sulla criminalità calabrese si siano accesi con la strage di Duisburg del 2007: in tutta Europa fu grande il clamore per quel fatto di sangue che fece capire quanto la ‘ndrangheta avesse allargato i suoi affari criminali”.