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Questi, prima di tutto: in certe ore della giornata, al mattino specialmente, poi soprattutto dalle 12.30 alle 13.30-14 e di sera dalle 20 alle 21, il numero degli ascoltatori subiva un aumento notevolissimo; la maggior parte di questo pubblico, poi, era composta da donne. Ed ecco, allora, una massiccia immissione di spettacoli nelle ore di massimo ascolto, in particolare sul Secondo Programma (allora si chiamava così l’attuale Radio2 Rai), per il suo carattere leggero e brioso, ma anche programmi impegnativi, sugli altri due canali. Spettacoli, dunque, che puntavano sul divertimento, i cui ingredienti erano musiche, interventi comici, scenette che il pubblico aveva dimostrato di gradire.
Se nel luglio del 1966 nacque Gran Varietà, un anno dopo, esattamente sabato 8 luglio 1967, dalle 10.40 alle 11.30, nasceva un altro varietà che, in un certo qual modo, pensava di battere la concorrenza: Batto Quattro. Questo nuovo varietà, che aveva come autori la coppia formata da Italo Terzoli ed Enrico Vaime per la regia di Pino Gilioli, fu indissolubilmente legato al simpatico Gino Bramieri (scomparso nel 1996), allora nel pieno della popolarità e del successo.
{module Google richiamo interno} Lui di Batto Quattro ne fu il vero presentatore ed animatore, con una sola interruzione, nel 1968, quando i dirigenti, sbagliando i calcoli, pensarono di far posto come conduzione al terzetto Lina Volonghi – Sandra Mondaini – Walter Chiari, che però non funzionò, tanto da richiamare ben presto “Ginone” all’Auditorio “G” di Corso Sempione in Milano, dove si realizzava la trasmissione.
In quel periodo, la sigletta di Batto Quattro era un orecchiabile motivetto sfacciatamente arrangiato in stile Oye como va dei Santana, dal Maestro Pino Massara e cantato, ovviamente, da Bramieri con il coro I Musicals. Puntuali all’appuntamento c’erano i personaggi che Bramieri lanciò da questa trasmissione e poi ripresi anche in altri spettacoli anche televisivi: uno per tutti il varietà televisivo Hai visto mai? del 1973 in cui era protagonista accanto a Lola Falana.
I personaggi? Toni Buleghin, Gustavino Dell’Acqua (sempre ubriaco che voleva bacetti da tutti) e poi quello più popolare, il Carugati una sorta di personaggio milanese –lombardo megalomane, che sa tutto lui, che pensa di risolvere i casi della vita, anche quelli più complicati. Insomma un uomo che, forse, dovrebbe scendere ogni tanto dal piedistallo. E poi le immancabili barzellette. Anche questa trasmissione, come Gran Varietà, prevedeva che gli ospiti fissi durassero per contratto, per ogni serie, tre mesi. E per i primi tre mesi, accanto a Gino Bramieri, il primo ospite ad aprire il lungo elenco di quelli che sarebbero arrivati in seguito fu un semisconosciuto attore di cinema, che ben presto avrebbe goduto di fama e popolarità: Lando Buzzanca.
Ad animare gli intermezzi musicali c’erano, di volta in volta, dei cantanti di successo, che però non sempre incontravano Bramieri in auditorio: essi, infatti, registravano in separata sede i loro annunci, anche per permettere al comico di ironizzare qua e là sugli argomenti. Montando il tutto con il disco della canzone scelta e gli applausi preregistrati, il pubblico non si accorgeva praticamente di nulla.