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Chiamando “Roma 3131” dal 7 gennaio tutti potevano raccontare alla radio le loro storie, esternare dubbi, esprimere desideri, esporre problemi. Protetti dall’anonimato i più timidi o riservati, con il loro nome i più estroversi o esibizionisti, potevano presentarsi a tutti gli altri con il vestito nuovo o in vestaglia, con l’anima della domenica: dei giorni feriali, leggere in sé stessi come un libro aperto, ma ad alta voce. Era una confessione collettiva, resa però dal segreto di casa, o nell’affollata distrazione di un posto pubblico: non c’erano testimoni, solo una moltitudine di coprotagonisti. Il “3131”, si augurava Luciano Rispoli, allora direttore del Secondo Programma, sarebbe entrato nel novero di quei numeri nazionali che gli italiani portano nel taschino, ma che poi formano a memoria come il 116 per il soccorso stradale.
Chiamate Roma 3131 andava in onda dagli studi di Via Asiago: due studi con relative cabine di regia, molti telefoni disseminati sui tavoli come negli uffici dei magnati e la sala delle telefoniste. Cinque, come le linee che controllavano, come le cabine che occupavano, quasi tutte studentesse universitarie. Erano le ragazze-filtro, le ragazze-pettine che si sobbarcavano la fatica di ascoltare chiunque telefonasse smistando solo le telefonate degne d’attenzione alla redazione, nell’altra sala.
{module Google richiamo interno} La redazione era composta da tre persone: Franco Moccagatta, Gianni Boncompagni ed una giovanissima Federica Taddei, 21enne. Era al suo debutto radiofonico. Nata a Scandiano, vissuta per 18 anni a Pescara, da due trasferita a Bologna, era una studentessa di Medicina che non farà mai il medico e che il 2 novembre 1968 – allora ancora vigeva la vecchia legge che si era maggiorenni a 21 anni e non a 18 come oggi – e a metà dicembre sempre del ’68 aveva superato il corso della Rai cui si era iscritta quasi per gioco dopo averne letto il promettente annuncio su un settimanale.
Chiamate Roma 3131, per quei tempi, fu un programma radiofonico innovativo ed interessante, un successo: per la prima volta agli ascoltatori era data la possibilità di chiamare in diretta per far sentire la loro voce, esprimere la loro opinione a tutta Italia. Il programma determinò una svolta, una vera rivoluzione: la radio divenne partecipativa, gli ascoltatori si ponevano sullo stesso piano dei conduttori, che si mettevano alloro servizio. Erano anni, quelli, di grande fermento per l’Italia ed i temi trattati erano “scottanti”: discriminazione, droga, disabilità, malattie. Ma i conduttori li affrontavano con grande professionalità, competenza, lasciando libera possibilità di espressione in maniera garbata e gentile.
La trasmissione nacque da un’idea di Adriano Magli e, come ricordato, Luciano Rispoli e le punte di ascolto nei primi mesi arrivarono fino a 10 milioni di ascoltatori. Su “3131”, in un’intervista proprio Rispoli ricordò che “Io ho solo il merito di aver inventato la trasmissione. Avevo saputo che in Francia c’era un programma radiofonico in cui si interveniva telefonicamente su temi sessuali. Lo proposi. Mi diedero 40 minuti, ogni mattina, mi ricordo che dissi ai tre conduttori di dimenticare di avere un’identità e di essere uno strumento al servizio del pubblico: lo fecero ed ebbero successo”. Fino al 1972, accanto a Moccagatta, dopo Boncompagni e la Taddei, si alternarono vari conduttori. Proprio quell’anno segnò il passaggio dall’edizione mattutina a quella pomeridiana e che portò alla conduzione Paolo Cavallina e Luca Liguori.
Nel 1975 il programma fu ribattezzato Sala F, ideato da Lidia Motta, con un richiamo nel titolo alla sala di Via Asiago da dove il la trasmissione veniva trasmessa, ma anche alle lotte che animavano le donne in quel periodo. Il programma venne ripreso poi nel 1979 su Rai Radiodue, con il titolo Radio Due 3131. In quel periodo approdò alla direzione di Radiodue, Corrado Guerzoni, che divenne una delle voci più amate del programma fino al 1990. Proprio lui introdusse la novità dei collegamenti esterni. Dall’edizione 1987 Guerzoni si alternerà con Gianluca Nicoletti, mentre Paolo Restuccia era il regista della trasmissione. Quest’ultimo divenne conduttore dall’edizione ’90-’91 fino alla stagione ’92-’93, accanto a Nicoletti.
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Una nuova serie del 3131 iniziò lunedì 3 ottobre 1994 e terminò venerdì 30 giugno 1995: era l’edizione condotta da Marco Guzzi e Maurizio Ciampa.
Ma la trasmissione doveva continuare. Il 25 settembre 1995 fu cambiato il titolo, dal precedente RadioZorro, trasmessa in passato su Radio1, il programma diventò RadioZorro 3131 e fu affidato ad Oliviero Beha. L’anno successivo ’96-’97, ritornò lo storico Chiamate Roma 3131 e per due anni si ebbero esclusivamente conduttrici donne, da Donatella Raffai ad Enrica Bonaccorti; quest’ultima fu sostituita per un breve periodo da Angela Buttiglione.
Dal 1998 fu Barbara Palombelli a cambiare il titolo della trasmissione, con il nome di Se telefonando, ma dal 1999 si ebbe una nuova denominazione con 3131 Fatti e sentimenti, la cui conduzione fu affidata a Roberta Tatafiore. Nel 2000 la trasmissione fu rinominata 3131 Chat e a condurla fu Carola Silvestrelli. L’anno dopo arrivò Pierluigi Diaco, che fece ritornare dopo 8 anni di assenza lo storico 3131, ma la sua conduzione si concluse nel 2006. Durante l’estate del 2005 e 2006 ci fu un’edizione estiva del 3131, intitolato 3131 Estate, condotto da Gianluca Favetto, ovvero colui che fu ai microfoni dell’ultima puntata della trasmissione radiofonica.