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Dopo il primo incontro del 21 luglio, riprendono dunque i lavori: il secondo appuntamento si svolgerà mercoledì 17 settembre nel Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale de La Sapienza (CoRiS).
Una volte dettate le linee generali, il tema affrontato durante questo prossimo seminario sarà l’innovazione. Non solo tecnologica ma, in particolare, a livello di contenuti e linguaggi.
Essendo servizio pubblico nonché la maggiore industria culturale del Paese, alla Rai spetta il compito di incoraggiare la scoperta di nuovi talenti, sperimentare, investire in produzioni originali.
{module Google richiamo interno} L’innovazione del servizio pubblico passa anche e soprattutto attraverso il consolidamento di una propria identità, prescindendo quando necessario dalla rincorsa alle tv commerciali, private, o al mercato.
Il ruolo della Rai non può prescindere dal fatto che il suo azionista di riferimento è il pubblico. O meglio: i pubblici, segmentati e targettizzati come la moltiplicazione dei canali e delle possibilità di fruizione impone.
In tempi di crisi e di scarsi investimenti, occorre invece dare un esempio di coraggio imprenditoriale, sia in termini economici che culturali. Un esempio che conferirebbe alla stessa Rai ancora più credibilità agli occhi dei telespettatori.
Si tratta in definitiva di studiare una politica che affranchi la Rai dall’egemonia dei partiti politici.
La sessione di studio prevede una serie di interventi realizzati da esperti dell’audiovisivo cui seguirà una fase di discussione e dibattito con professionisti, studiosi e gli studenti presenti. Sono infatti i ragazzi un valore aggiunto di questi eventi universitari , un punto di vista esterno rispetto a quello degli affetti ai lavori ma, in qualità di studenti di comunicazione, altrettanto appassionato.
La moderazione sarà affidata a esperti che non appartengono all’ambiente accademico.
Nel convegno precedente del 21 luglio era intervenuto Angelo Guglielmi, che aveva posto l’accento su tre aspetti fondamentali per un Servizio Pubblico degno di tale nome: autonomia, un’ampia offerta e risorse che garantiscano la capacità di produrre lavoro.
La prossima concessione avrà una durata di circa dieci anni, meno della metà dell’ultima in virtù dei rapidi cambiamenti tecnologici che stanno interessando la nostra società.
Naturalmente noi ci saremo e vi riferiremo. In alternativa, gli incontri possono essere visti sull’apposito sito www.pallacordarai.it