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Non si sa ancora se la sua presenza sarà confermata per tutto il corso della trasmissione o se si stia di nuovo valutando l’idea iniziale della rotazione; ad ogni modo, martedì prossimo, sarà lui il protagonista comico della serata.
Da quanto sappiamo, si naviga a vista nel talk di Rai Tre: l’unico aspetto certo è la struttura del programma, che sembrerebbe ormai essersi stabilizzata.
Ballarò si apre infatti con l’editoriale del conduttore Giannini, cui segue un faccia a faccia e poi, prima del talk, il momento dedicato alla comicità. La puntata si conclude quindi con Il Candidato, la serie interpretata da Filippo Timi che Giannini ha definito una House of Cards alle vongole.
{module Google richiamo interno} Mentre nel Ballarò di Floris la copertina satirica anticipava la trasmissione, ora segna il passaggio dall’intervista singola al talk vero e proprio, che inizia intorno alle dieci. Se da un lato questa ricollocazione della comicità comporta una presa di distanza rispetto alla gestione precedente, dall’altro, senza un nome forte che crei attesa, le soporifere interviste a personaggi quali Romano Prodi o Maria Elena Boschi non sono certo il traino ideale per convincere lo spettatore ad attendere il comico di turno.
L’intenzione iniziale, lo ricordiamo, era basata su una serie di comici, perciò potrebbero presto esserci nuovi ingressi. Inoltre, a nostro parere, non sarebbe giusto conformare un autore come Montanini alle esigenze del cabaret politico che un programma come Ballarò richiede. Dover scrivere un pezzo a settimana finirebbe inevitabilmente per svuotare di efficacia i contenuti: sul lungo periodo, il rischio sarebbe analogo a quello della deriva Littizzetto a Che tempo che fa.
Di solito i comici televisivi preferiscono usare come capro espiatorio i politici, scontati bersagli di indignazione e malcontento generale; martedì scorso invece, pur senza risparmiare i presenti, alla fine del suo monologo Giorgio Montanini ha compiuto un’inversione di rotta prendendosela con il pubblico. Citando George Carlin, secondo cui la classe politica è la massima espressione di chi la elegge, è arrivato a sostenere che la colpa è degli elettori, motivo in più per non volere i cittadini in Parlamento.
Ospiti in studio ci potrebbero essere, ma naturalmente è ancora tutto da confermare, Belpietro e il Ministro della Difesa Roberta Pinotti