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Ma chi è questo giovane esordiente? Il suo vero nome è Gabriele Dotti, ha 21 anni ed è di Modena. Ha raggiunto la popolarità attraverso il suo canale YouTube, sul quale ha postato video in cui racconta le relazioni e le usanze dei suoi coetanei alla luce dei nuovi mezzi di comunicazione: i social network. Ecco allora il filmato dedicato alla moda del momento, i selfie, o “La vita ai tempi dell’iPhone”, fino al più cliccato “L’amore ai tempi di WhatsApp”. Brevi racconti, spesso con un linguaggio colorito, per dipingere la gioventù del terzo millennio con lo smartphone sempre a portata di mano.
Come si spiega il salto dalla rete alla conduzione di un programma del sabato sera su Canale 5? Attraverso la pagina Facebook di Francesco Facchinetti si può evincere come l’ex “capitan uncino” della musica italiana sia diventato già da qualche tempo il manager del giovane youtuber e lo stia aiutando a realizzare il suo sogno di fare televisione, appunto.
{module Google richiamo interno} E’ vero che il ruolo ricoperto dal ragazzo all’interno di Tu si que vales è piuttosto marginale come si è potuto osservare sabato sera durante la messa in onda (qualche breve introduzione dei concorrenti e poco altro), ma è rischioso veicolare il messaggio che per approdare in televisione basti diventare un piccolo fenomeno del web a cui vengono spalancate le porte del mondo dello spettacolo.
Dov’è il rispetto per chi passa anni a studiare e prepararsi ma riceve porte in faccia prima di ottenere una piccola opportunità e un minimo di visibilità? Vogliamo davvero dare spazio alla schiera di ragazzi che, forse per colmare gli insuccessi della vita reale o per sopperire alla mancanza di aspirazioni, si creano il personaggio virtuale di successo la cui fama va continuamente alimentata con foto allo specchio e stati acchiappa-like su Facebook?
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Ricordiamo che anche nella nuova Domenica in, nel segmento “Ancora volare” c’è un giovane proveniente dal web: si tratta del 21enne Mattia Marzi. Presentato come esperto di musica per una testata on line, è addirittura uno dei giurati.
Nulla contro Francesco/Gabriele e Mattia, ai quali auguriamo una splendida carriera supportata da anni di gavetta e di studio, ma speriamo che questo trend non sbarri ancora una volta le porte alla meritocrazia in televisione.
Il processo, già avviato dal web, eleva allo status di falsi eroi e divi, personaggi dall’ego smisurato e il cui valore agli occhi altrui è dato dal numero di “mi piace” che figura sotto le loro foto. Nel mondo dello spettacolo, così come in qualsiasi altro ambito lavorativo, non ci si può improvvisare professionisti: bisogna prima di tutto avere talento e poi coltivarlo con dedizione e sacrificio.