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La nuova serie si apre con il riassunto di quello che è accaduto nella prima e subito propone un irreale colpo di scena: andrà in onda la terza stagione in quanto la seconda non verrà mai trasmessa, perché è stata girata malissimo da un regista polacco ed è disponibile solo in VHS.
Mario, il protagonista dello sceneggiato, è un giornalista onesto, comprensivo, a tratti ingenuo e da anni è il volto dell’edizione del pranzo dell’MTG. Da neonato è stato abbandonato davanti agli studi del canale televisivo ed è stato cresciuto dallo storico direttore Paolo Buonanima. Nell’ultima scena della precedente serie, lasciammo l’anchorman svenuto a terra dopo aver ricevuto la sconvolgente notizia di essere il figlio del cattivissimo Lord Micidial che nel frattempo è diventato anche il nuovo direttore.
{module Google richiamo interno} Questa sera ritroveremo una persona completamente differente: Mario, dopo aver subito il lavaggio del cervello con il macchinario “Scurdammoceopassato”, è diventato un uomo diabolico, cattivo che tratta malissimo tutti i suoi collaboratori. Il cambiamento è sin da subito palese, osservando il suo aspetto fisico e soprattutto il suo Tg.
La mente di tutto ciò è il padre che lo aiuta ad elaborare un piano per controllare il mercato e ridurre in schiavitù la popolazione. Il primo passo verso il raggiungimento di questo obiettivo è la candidatura a premier di Ginetto, il figlio stupido di Lord Micidial.
Accanto a Maccio Capotonda che dimostrerà ancora una volta la sua duttilità e bravura, interpretando anche molti altri personaggi della sketch-comedy, ci saranno i soliti compagni di viaggio: da Rupert Sciamenna (Lord Micidial) a Herbert Ballerina (Ginetto) per finire con Ivo Avido (Ozio). Inoltre è lo stesso attore-regista ad aver annunciato la presenza di alcune importanti guest star, senza però svelare i nomi. Riceveranno il testimone da Nino Frassica, Beppe Bergoni, Marco Mazzoli e Alan Caligiuri che lo scorso anno recitarono con successo in singoli episodi.
I termini e le situazioni volgari che si susseguono ad un ritmo vertiginoso, seppur poco condivisibili, sono funzionali alle scenette e ai siparietti messi in scena dall’abruzzese. L’ex comico di Mai dire punta su gag demenziali, vocabolario visionario, nomi propri comici e irreali per mettere in scena una caricatura irriverente e simpatica della nostra realtà.
Se a questo ci aggiungiamo la divertente quanto strampalata rappresentazione fisica dei personaggi, è facile capire perchè, partita come un fenomeno di nicchia, questa serie sia diventata un grande successo, soprattutto tra gli adolescenti.