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Si parte dallo slogan di Ballarò, Diciamoci la verità. Il pezzo inizia prendendo di mira gli ospiti in studio, per poi arrivare a toccare aspetti più profondi che riguardano l’idealismo dell’essere umano.
Davvero dire la verità fa bene? Il primo esempio nonché bersaglio è l’onorevole Fitto di Forza Italia, un uomo che “scherza con la vita sfidando apertamente Berlusconi”: Fitto osa litigare con Berlusconi, che “ha il mafioso che gli spiccia casa”. Come Renzi con Letta, che prima erano tutti amicizia e lucchetti a Ponte Milvio, i due si sono scontrati apertamente; adesso però, sembra si siano riappacificati. Paura, eh?!?
Montanini continua: la verità, soprattutto se non richiesta, non porta mai del bene. Prendiamo Belpietro per esempio: se il comico gli dicesse che il lavoro del giornalista è di massima importanza per tutta la comunità, una continua ricerca della verità senza sottomettersi mai al potere, otterrebbe in cambio uno sguardo basito. Lo stesso che farebbe Montanini se vedesse al teatro Petruzzelli Bombolo che recita Odio gli indifferenti di Gramsci.
Si prosegue: la politica mente perché finge di togliere le tasse, ma poi le reintroduce con altri nomi. Sono pochissimi quelli che non le pagano, e di solito sono personaggi importanti. Uno su tutti Valentino Rossi, che ha avuto un “piccolo problema col fisco”: lo Stato gli ha chiesto 112milioni di euro, lui ha patteggiato e ne ha dato 35.
Dunque, la pricma cosa che emerge, è che lo Stato è un tossico: si accontenta di quello che gli dai. Il secondo aspetto che emerge, è che mancano 77milioni di euro tolti alla collettività.
Nessuno però se la prende con il motociclista, nessuno gli ha chiesto quei soldi; con lo zingaro che entra in casa a rubare l’oro però, l’atteggiamento non è altrettanto accomodante.
Nel 2014 più bestiale di avere l’oro in casa, c’è comprare un pacchetto formato-famiglia di F35. Che ci facciamo con gli aerei da guerra? Specie Montanini, che ha smesso di gicoare con i soldatini a otto anni.
La stoccata è rivolta al Ministro della Difesa Pinotti, che forse dovremmo chiamare Ministero dell’Attacco. Con i cacciabombardieri al massimo, si mette in atto il motto popolare “chi mena prima, mena due volte”.
Il comedian si avvia verso la conclusione: quando era più giovane, era idealista: ai tempi della guerra in Iraq, ha appeso persino la bandiera della pace al balcone. Come se Bush, dalla stanza ovale, guardasse nel satellite, individuasse le Marche, poi la bandiera, e si chiedesse se la guerra non fosse una stupidata.
Non è andata così. Perché la verità è fascista: è apatia, mentre l’emozione può vivere solo nell’illusione.
L’intervento comico di Montanini termina dunque con una chiusa ad effetto. Il pezzo non è completamente nuovo per i telespettatori di Rai Tre: alcune parti infatti, le avevamo già ascoltate durante una puntata di Nemico Pubblico.
Qui il monologo.