Crozza inizia a ricordare la sua giovinezza trascorsa nella sua città natale, quando il suo sogno era quello di acquistare un giorno una Fiat Multipla. Da qui lo spunto per una riflessione spiritosa sulle più note auto della Fiat, tra cui la Panda: “Nel 1980 c’erano più Fiat Panda che italiani”. Facile immaginare un commento sulla chiusura del titolo Fiat alla Borsa di Milano e il contemporaneo lancio a Wall Street con la nuova sigla FCA: “L’Italia senza la Fiat è come la Groenlandia senza ghiaccio!”
Si parla ancora di Fiat, stavolta con la parodia dell’ad Sergio Marchionne, un uomo che si definisce “anaffettivo”, impassibile e cinico di fronte ai tanti cambiamenti recenti avvenuti nell’azienda automobilistica torinese. Crozza/Marchionne è un uomo freddo, distaccato, che sembra avere – pur se comicamente – un cuore di pietra: “Alla Fiat serviva un mercenario, ecco perché hanno scelto me”.
Arriva il momento del tradizionale monologo, attraverso cui Crozza racconta con il suo punto di vista la settimana che sta per concludersi. Apertura con l’attualità politica: il Jobs Act è arrivato in Senato. Lo showman ironizza su quanto accaduto in settimana, con il lancio del regolamento del Senato da parte di esponenti leghisti verso il Presidente Piero Grasso: “Avete visto? Il Jobs act l’hanno approvato al volo!”
L’attenzione si sposta su argomenti di carattere religioso. Il Sinodo sulla famiglia, attualmente in corso, è il punto di partenza per far entrare in scena la versione crozziana di Papa Francesco, che il comico dimostra di stimare molto: “Per me Papa Francesco è un grande!”. Il Pontefice ha gli stessi problemi del premier Renzi: “Anche lui ha un minoranza interna!” Viene inscenata una vera e propria simulazione del Sinodo, con il Santo Padre attorniato da alcuni Cardinali. Il comico propone un papa progressista, aperto ad affrontare senza esitazioni tematiche da sempre spinose per la Chiesa cattolica: l’utilizzo del preservativo, il matrimonio tra omosessuali. Appena pronuncia però queste parole, viene bippato. L’accusa, neanche troppo nascosta dal clima comico che si crea, è contro l’intransigenza delle forze conservatrici cattoliche. A questo punto il Pontefice però si altera: “Vogliamo essere intransigenti? E allora usiamo la mano ferma. La mia ultima parola è: carcere contro i pedofili”! Il rischio di risultare offensivo nei confronti della Chiesa è alto, ma Crozza riesce ad essere graffiante e allo stesso tempo divertente pur trattando temi dove ben poco c’è da scherzare. Seconda pausa pubblicitaria.
Il terzo blocco del programma inizia con la parodia di Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria. L’imitazione, seppur divertente, ricalca quanto già visto la scorsa settimana. Il neo presidente blucerchiato non riesce ad articolare le parole, è sconclusionato e sembra essere con il cervello su un altro pianeta. “Viviamo un momento….magico. Sambedoria se lo merita sia come squadra che come nazione. Devo dire grazie a Sinisa Msasdkijlovic”. Spassosa la fine dello sketch, quando lo stralunato patron canta l’inno della Sampdoria con una versione in chiave “ferreriana” del tormentone di Shakira “Waka waka”
Anche in questa puntata Maurizio Crozza imita Carlo Tavecchio, proprio questa settimana inibito per sei mesi dall’Uefa per le frasi razziste pronunciate prima della sua elezione a massimo dirigente della Federcalcio. Nonostante la condanna, il finto Tavecchio non si scompone, anzi, il suo atteggiamento discriminatorio rimane inalterato: stavolta le vittime sono i napoletani (“si alzano sempre a mezzogiorno”) e le donne messicane (“hanno i peli dappertutto”). Pubblicità.
Ultimi scampoli di trasmissione: prima imitazione stagionale di Luca Cordero di Montezemolo. L’ormai ex presidente della Ferrari, fintamente commosso, saluta tutti i suoi dipendenti della Ferrari. Dopo aver appreso che è stato Marchionne a voler il suo allontanamento, non esita a sparare a zero contro quello che per lui è diventato un nemico: “Marchionne? Lo stimo molto, nonostante quel forte odore che emana…lo sa che ha la forfora”?
Ultimo stacco pubblicitario. Dopo la réclame, la trasmissione si chiude con l’ormai solito spot del finto Antonio Banderas, pieno zeppo di doppi sensi grossolani. Probabilmente l’unico neo di una serata tutto sommato divertente e spassosa.
Si conclude qui “Crozza nel paese delle meraviglie”. L’appuntamento con la terza puntata è per venerdì 17 ottobre, sempre su La7 a partire dalle 21.10.