Erick Morillo è stato il primo grande dj a essere chiamato in causa. L’occasione è la festa per il 25° compleanno dello Space, a cui Erick è stato invitato per suonare. Un party importante per lui che torna in pista dopo un anno di pausa per preparare il nuovo disco. “Tutte le volte che vengo a Ibiza percepisco la sua energia. Non c’è altro luogo al mondo in cui tante culture si riuniscono per divertirsi”. Anche a Morillo è stata posta una delle domande più ricorrenti nelle interviste di Party People Ibiza, ovvero quale sia il segreto per diventare dj affermati. La star ha spiegato che oggi è sufficiente fare un disco di successo, mentre ai suoi tempi bisognava avere alle spalle una carriera di diversi anni e fare album rispettabili, che non per forza dovevano entrare in classifica o essere trasmessi in continuazione dalle radio. L’altro modo per farsi notare, oggi, è essere nella squadra di famosi dj.
Questo è il caso di Paola Poletto, che ha lavorato anche con lo stesso Morillo. Torinese di nascita ma ormai ibizenca d’adozione, ha giustificato il suo essere rimasta sull’isola perché si sentiva a casa. La ragazza, che inizialmente lavorava per il Manumission, a Ibiza ha trovato anche l’amore, e ora aspetta un figlio dal marito, un dj cileno. “Qui a Ibiza c’è una possibilità per tutti”, ha dichiarato.
Massiccia presenza di Italiani in questa puntata. Abbiamo visto infatti anche il napoletano Riva Starr che frequenta l’isola da quando era ragazzino. “Venivo qui con gli amici per far festa ma la mia attenzione era rivolta a come lavoravano i dj”. Da qualche tempo vive a Londra e collabora con Fat Boy Slim, per cui è conosciuto nell’ambiente underground londinese.
A Ibiza si parla ancora italiano con i Daddy’s Groove, che abbiamo visto in azione durante il loro dj set al Patcha. I due si sono imposti sulla scena musicale realizzando remix per artisti come Kylie Minogue e Whitney Houston. La prima volta che arrivarono sull’isola suonarono con gli Swedish House Mafia; da qualche anno invece collaborano con David Guetta, per i quali – appunto – aprono i dj set al Patcha. “Noi lavoriamo a tutti i suoi dischi, ormai siamo una squadra” hanno rivelato i due colleghi.
Dal sud Italia ci si è spostati al nord con il milanese Franco Moiraghi, arrivato a Ibiza nel 1986. “La magia di questo posto è che ti accettano per quello che sei. Ancora oggi qui puoi essere te stesso”, ha dichiarato alle telecamere di Rai 2 il dj che è solito contaminare le proprie basi house con un tocco di musica gitana.
È stata poi aperta un’ampia parentesi sulla musica house: definizione, fortuna, morte e ritorno sulle scene. Quel che abbiamo capito è che non esiste un’interpretazione unica di questo fenomeno. I vari dj però ci hanno aiutato a mettere un po’ d’ordine. Il già citato Morillo ha parlato di un ritorno della house: “5 anni fa si è passati dal minimal all’EDM statunitense, ma nelle classifiche pop inglesi è arrivata la house underground”.
Il dj Luciano applica alla sua musica una commistione di generi diversi, tra cui proprio la house. “La house non è morta – ha dichiarato –, è in tutti i nostri dj set. La musica house di oggi fa schifo, ma le radici ci sono ancora. Prima era più facile distinguere i generi tra loro; poi le apparecchiature digitali hanno stravolto il modo di fare musica e una sola persona può ‘suonare’ qualsiasi strumento. Questo ha inevitabilmente sfumato i confini”.
Bob Sinclar è convinto che il 2014 cambierà la musica: “Negli ultimi anni la deep house è andata molto forte. La musica house è stata portata fuori dall’ambiente underground”.
L’altra questione spinosa riguarda il ruolo dei dj oggi. David Guetta ha sostenuto che ai suoi tempi per fare il dj serviva una certa cultura musicale e saper suonare diversi generi anche per 7 ore a sera. Oggi invece i giovani a fatica mettono dischi per un’ora e mezza. “Ora le persone vanno a vedere i dj perché apprezzano la loro musica e vogliono sapere tutto su di loro, proprio come i nostri genitori che andavano a vedere il concerto di una rock band”.
“Io ho lavorato anni in studio per fare la mia musica, so cosa vuol dire comporre un pezzo” ha dichiarato Hardwell, che a soli 14 anni firmò il suo primo contratto discografico. Quest’estate è stato resident dj all’Ushuaia il martedì sera.
Infine le Nervo, lanciate da Guetta. Le due scatenate dj sono arrivate a Ibiza dieci anni fa con amici. Ai tempi realizzavano musica pop rock e nel week end facevano festa. “Siamo diventate amiche dei dj perché venivano da noi per farsi aiutare a comporre le loro canzoni. Abbiamo conosciuto David Guetta grazie a Kelly Rowland, al cui album stavamo lavorando”. Le ragazze hanno definito la loro musica “big room house”, musica energetica adatta ai club e ai festival.
Prima di concludere, c’è stato spazio per un’ultima riflessione sulla figura dei dj, che – sebbene siano ormai diventati delle superstar – non devono commettere l’errore di perdere il contatto con le persone che stanno sulla pista, perché è proprio da lì che loro sono partiti.
Sui saluti finali, è stato dato appuntamento alla prossima edizione, facendo quindi intendere che il format sia stato apprezzato e per questo riconfermato dalla rete.