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Non che aServizio Pubblico fossero mancati accesi diverbi, o fossero stati lesinati ad Annozero; a tal proposito basta ricordare la telefonata in diretta dell’allora direttore generale Rai Mauro Masi.
Giovedì scorso però, è stata la collaudata coppia Santoro-Travaglio a scoppiare. In diretta, a pochi minuti dalla fine della puntata.
Il condirettore de Il Fatto Quotidiano ha abbandonato lo studio in seguito alle obiezioni mosse da uno di quei ragazzi che, con il solito abuso di retorica tipico dei media italiani, sono stati definiti “angeli del fango”.
Inesperto davanti alle telecamere, il giovane cercava di sostenere che la questione è complessa e non bastano i lavori di manutenzione ad impedire che il Bisagno esondi; Travaglio l’ha presa sul personale, come se l’osservazione fosse rivolta a lui che, in quel momento, stava contestando il governatore della Liguria Burlando. Santoro intanto, cercava di smorzare il tono polemico del collega fino a quando, durante l’intervento di Burlando, davanti alla difficoltà di riuscirci, ha alzato definitivamente la voce per zittirlo.
A quel punto, perfetto colpo di scena sul palco, Travaglio si è alzato abbandonando lo studio.
{module Google richiamo interno} Per tutta la settimana le dichiarazioni si sono susseguite una dietro l’altra: prima Santoro disposto a riaccogliere il figliol prodigo in trasmissione, poi l’editoriale di Travaglio in cui si chiedeva quanto il giornalismo sia ancora praticabile nei talk. E ancora: l’intervista a Repubblica dell’editore Cairo che sta dalla parte di Santoro, il contro-editoriale di Travaglio.
La querelle è stata dunque spalmata nell’arco di un’intera settimana, perciò ora un interrogativo aleggia dunque sulle teste dei telespettatori: Travaglio ci sarà stasera? Al momento sembrerebbe di si, e certamente molti si sintonizzeranno su La7 per assistere alle conseguenze di quell’abbandono che è rimbalzato in tutti i siti d’informazione, nei giornali e in tv.
Una curiosità che potrebbe giovare al programma. Servizio Pubblico infatti, soffre il calo di ascolti che ha colpito tutti i talk show dell’attuale stagione televisiva, tanto da aver debuttato solo al 5,78% (1milione 203mila telespettatori). Praticamente la metà rispetto allo scorso anno, quando la prima puntata aveva registrato l’11,43% di share (2milioni 462mila telespettatori).
Il programma di Michele Santoro ha indubbiamente perso la sua forza, forse più degli altri talk. Innanzitutto, in una rete come La7, che si configura come una sorta di approdo di qualità per chi fa informazione, l’ appeal di Santoro è andato scemando. Quando si scontrava con i dirigenti Rai, oppure quando creava un circuito di siti e reti locali per andare in onda, la connotazione era più che professionale: seguire il giornalista salernitano era una scelta alla stregua di un gesto politico. Ora, normalizzato nella dimensione di La7, da questo punto di vista, Servizio Pubblico risulta meno “eversivo”.
Inoltre, dato il momento storico attuale, in cui il dibattito politico non è affatto acceso, il pubblico sceglie altro, preferendo la fiction e l’intrattenimento.
Risalire gli ascolti diventa dunque una necessità, anche se si tratta dell’ultima stagione del programma.
Vedremo a breve se questa vicenda, che ha tenuto accesa l’attenzione sulla trasmissione per giorni, può aver giovato.