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Dunque nel 2000 Rai1 inserisce un ingrediente nuovo nel suo palinsesto: un programma che si rivelerà presto molto gradito al pubblico che porta, spettacolarizzandola, la cucina in TV.
È La prova del cuoco, una sfida culinario- gastronomica che punta anche a riscoprire le tradizioni delle ricette regionali del made in Italy. Al timone fin da subito arriva Antonella Clerici.L’appuntamento rappresenta, ancora oggi, ancora un punto di forza del day time mattutino della rete leader di viale Mazzini.
La prova del cuoco è solo uno dei numerosi format d’acquisto (“moduli” di programmi già sperimentati e provati all’estero acquistati dai broadcaster italiani) che i canali televisivi di casa nostra lanciano nel nuovo millennio, rafforzando una tendenza che dominerà gli anni successivi e che è ancora in auge su tutte le reti generaliste e non. {module Google richiamo interno} Consiste nell’aggiustare, sulle esigenze e i gusti dei telespettatori, un “format” acquistato all’estero e mandarlo in onda con modalità che ne rispecchiano la formula originaria ma con modifiche.
In quest’ottica si inseriscono ad esempio i due attuali show del sabato sera di Rai1 e Canale 5: Ballando con le stelle e Tu si que vales. Ma la lista sarebbe infinita e comprende, tra l’altro, anche Pechino Express in onda su Rai2 da tre edizioni.
Il 2000 è proprio l’anno del format per “eccellenza”, quello che ha cambiato e influenzato il decennio successivo, irrompendo fortemente nella cultura popolare: ci riferiamo, naturalmente, al Grande Fratello, il primo reality show della tv. Dopo il GF si è avuta una vera e propria invasione di reality che hanno assunto le forme più differenti, specializzandosi in specifici settori e diventando successivamente “talent show”.
Interferenze questa sera si chiederà se il GF è stato un esperimento sociologico o un “disastro” culturale
Infine: la puntata odiena ricorda che il 22 Febbraio del 2000 viene approvata le legge n. 28 sulla par condicio secondo cui «le emittenti radiotelevisive devono assicurare a tutti i soggetti politici, con imparzialità e equità, l’accesso all’informazione e alla comunicazione politica». È il riconoscimento ufficiale di un nuovo “genere” televisivo che da qualche anno fa capolino nelle televisioni italiane: la telepolitica.