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Non è la prima volta che Rai4, canale del digitale terrestre targato viale Mazzini trasmette prodotti non idoeni ad un prime time e alla fascia protetta. Il film, tra l’altro, è sbandierato sul sito web della Rai come una prima visone assoluta. E ne vengono dettagliatamente specificati tutti i connotati, dalla trama al fatto al quale la storia è ispirata Una tale promozione suona almeno singolare per un’azienda che avrebbe come obiettivo principale il rispetto verso i minori dinanzi alla tv.
Ed infatti è arrivata la condanna da parte del Moige (Movimento Italiano Genitori).
“Questo film è senza ombra di dubbio inadatto alla visione da parte dei più piccoli, poiché contiene scene di nudo e intere sequenze che rappresentano atti sessuali. Ci domandiamo come sia possibile che Rai 4 abbia trasmesso questo thriller in prima serata, alle 21.10 di martedì 21 ottobre, salvo poi replicarlo in seconda serata il sabato seguente. Chiediamo spiegazioni al presidente Anna Maria Tarantola, al d.g. Luigi Gubitosi e al direttore di Rai Gold, Roberto Nepote”. Così Elisabetta Scala, vice presidente e Responsabile dell’Osservatorio Media del Moige – movimento genitori.
“Call Girl si ispira allo scandalo sessuale che, nel 1976, travolse le istituzioni svedesi al centro di un giro di prostituzione d’alto borgo. Certe tematiche, zeppe di situazioni e linguaggi volgari, non possono essere affrontate in prima serata con i nostri figli davanti alla tv. È inaccettabile che Rai 4, non nuova al nostro Osservatorio Media per segnalazioni di film non adatti ai minori, non si curi del pubblico più sensibile, continuando a trasmettere certi contenuti”, conclude Scala.
Al centro di Call Girl, thriller sociale ambientato nella Svezia degli anni Settanta, c’è una ragazzina estremamente fragile, finita nella rete della prostituzione e ‘comprata’ a caro prezzo da politici progressisti, dalla doppia vita, modelli di comportamento di giorno, clienti di prostitute durante la notte. Mikael Marcimain ripercorre lo scandalo sessuale che nel 1976 compromise le istituzioni svedesi, gettando una lunga ombra sulla figura del Primo Ministro Olof Palme e su un folto numero di funzionari governativi.
Un argomento che certamente non è da prima serata tv e che ricorda, drammaticamente le “baby squillo”.